In poco più di quindici giorni il Verona è diventato una squadra. In sole due settimane si è verificato ciò che l’ambiente gialloblu attendeva da quasi dieci mesi, sin dal ritiro estivo di Fiera di Primiero. Strano e inaspettato ? Probabilmente si ma assolutamente vero.L’intero merito di questa repentina metamorfosi è da ascrivere in toto ad Alfredo Aglietti  - chiamato al capezzale gialloblu in sostituzione di Fabio Grosso - e a un gruppo di giocatori capace sin dal primo giorno di arrivo del nuovo tecnico di mettersi a sua disposizione con estrema professionalità e voglia di cambiare il corso delle cose. La rivoluzione “copernicana” apportata dal tecnico di San Giovanni Valdarno si è articolata in poche semplici mosse, frutto dell’esperienza e di una salutare dose di grano salis

Dopo la batosta di Cittadella, Aglietti ha avuto l’apprezzabile onestà intellettuale di tornare sui propri passi, scegliendo di lavorare sullo spartito che i giocatori conoscevano quasi a memoria, cercando di individuare nel più breve tempo le possibili aree di miglioramento. Preso atto che la squadra aveva abbondantemente “digerito” il 4-3-3, la prima mossa è stata quella di mettere i giocatori nel proprio ruolo, così da consentire loro di rendere al meglio delle proprie possibilità. Sui verdi prati di Peschiera è, poi, iniziato una "full immersion"  sui meccanismi difensivi con l’obiettivo di aiutare la retroguardia gialloblu a trovare nel più breve tempo possibile una maggior solidità. Non è mancata, naturalmente, la cura della parte tattica attraverso la messa a terra di una nuova ma tutt'altro che innovativa idea di gioco. L'infruttuoso gioco in orizzontale praticato in maniera fin ossessiva dal suo predecessore ha lasciato finalmente posto a una maggior verticalità, più bella da vedere e senza dubbio più efficace. Infine, un accurato lavoro sulla parte atletica attraverso una lunga serie di intense doppie sedute giornaliere che ha consentito ai gialloblu di riguadagnare gamba e condizione..

Tradotto sul campo, l’attento lavoro di Aglietti e del suo staff ha prodotto l’effetto di due vittorie estremamente convincenti. Vittoria in rimonta sul Foggia e passaggio del turno preliminare di playoff contro il Perugia, in una gara dai ritmi molto alti, terminata a favore dei gialloblu solamente dopo la coda dei tempi supplementari.

Ora il destino sembra essere cambiato tutto d’un tratto. Da una potenziale clamorosa esclusione dai playoff  si i è passati, senza passare dal via, alla semifinale che vedrà la squadra di Aglietti incrociare le armi con il Pescara. Sulla carta ora nulla è precluso. Gli abruzzesi, guidati da quel vecchio marpione di Bepi Pillon, hanno dalla loro il fatto di essere arrivati in posizione migliore al termine della stagione regolare ma dovranno fare i conti con la rinata squadra gialloblu, decisamente rivitalizzata nella testa e nel gioco dall'arrivo dell'allenatore toscano.

Il calcio insegna che il vento può cambiare da un momento all’altro quando meno te lo aspetti. Da qui in poi, tutto può succedere. E’ il bello di questo sport.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 maggio 2019 alle 12:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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