Dopo l'inattesa separazione da Ivan Juric c'era molta attesa per chi sarebbe stato deputato a raccoglierne la pesante eredità. In queste settimane sul tavolo di D'Amico e del Presidente Setti di nomi ne sono circolati molti, ognuno con il proprio piccolo o grande fondamento. Alla fine, quasi a sorpresa, è spuntato il profilo di Eusebio Di Francesco. Il tecnico di origini pescaresi, reduce da due cocenti esoneri sulle panchine di Sampdoria Cagliari, dopo le positive esperienze con Pescara, Sassuolo Roma, ha colto al volo l'opportunità presentatagli dal club gialloblù, desideroso come non mai di rimettersi in gioco alla ricerca di un pronto riscatto. 

La risposta dei tifosi è stata abbastanza "manichea". Da una parte coloro che ritengono la scelta una scommessa azzardata, dall'altra quelli che lo considerano un ottimo allenatore, competente e preparato, vittima solo di due incidenti di percorso che possono sempre succedere nella carriera di un tecnico, anche se ti chiami Mourinho Conte. 

Il tema, più che altro, sarà quello della squadra che gli sarà messa a disposizione. Anche se non ha escluso la possibilità di continuare il progetto intrapreso da Juric con la difesa a tre, Di Francesco, di chiara ispirazione zemaniana, rimane un amante del 4-3-3, caratterizzato da un'impronta prettamente offensiva. In tal senso, quindi, una volta che lui e D'Amico si saranno confrontati, sarà importante capire, budget permettendo, quale sarà la strada. Il primo passo, comunque, quello più importante, è stato fatto. Ora inizia il resto. Non può essere considerata una discesa ma almeno diventa più chiaro il percorso da seguire dove l'obiettivo - meglio sgomberare subito il campo - sarà ancora una volta la salvezza. Un traguardo che per Verona, almeno in partenza, basta e avanza. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 08 giugno 2021 alle 19:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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