Dopo nemmeno tre giornate è già finita l'avventura in gialloblù di Eusebio Di Francesco. Ironia della sorte anche nelle due precedenti esperienze con Sampdoria Cagliari, entrambe terminate con un esonero, le stagioni erano iniziate con tre sconfitte di fila. Con l'unica e in parte sostanziale differenza che le altre volte la sua permanenza era stata di sette domeniche sotto la Lanterna e di ben ventitrè nella terra di Gigi Riva. Onestamente nessuno avrebbe pensato a una cacciata così repentina tuttavia il matrimonio tra il club gialloblù e il tecnico pescarese ha tanto l'aspetto di un'unione nata già "zoppa". L'accettazione della prosecuzione del progetto tattico del 3-4-2-1 di Juric, per uno cresciuto con Zeman a pane e 4-3-3, è sempre suonata strana, fin dal suo primo giorno di arrivo a Verona. Di Francesco, inoltre, è un tecnico che ha sempre amato il palleggio, diversamente dal suo illustre predecessore croato che dell'intensità e della verticalità ha sempre fatto il suo cavallo di battaglia. Incongruenze di fondo che alla fine, probabilmente, sono rimaste irrisolte. 

Cacciare un allenatore dopo tre giornate può sembrare una scelta affrettata ma tant'è. Ora tocca a Tudor, croato come Juric. Ma questa è solo una "curiosa" coincidenza. A parlare sarà il campo. I tifosi gialloblù, naturalmente, incrociano le dita. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 14 settembre 2021 alle 18:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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