Tre giornate di campionato non sono molte per trarre conclusioni attendibili. Tuttavia, una cosa è certa: il Verona è una squadra. Dopo il convincente esordio con il Bologna e la meritata vittoria esterna di Lecce, c’è stata la partita casalinga con il Milan dove, davanti a una prestazione di spessore,  è mancato solo il risultato. Tre match nei quali la squadra di Juric ha mostrato alcune indicazioni molto positive. Compattezza, corsa, qualità, intensità fisica e mentale rappresentano i principali punti di forza emersi agli occhi di tutti. In particolare giova notare la ritrovata solidità difensiva – due sole reti subite e per di più solo su calcio di rigore – e una condizione atletica come non si vedeva da tempo . Accolto con estremo e, per certi versi, ingiustificato scetticismo,  l’ex tecnico del Genoa in poco più di due mesi di lavoro ha saputo plasmare la squadra secondo i suoi dettami tecnici e tattici, riuscendo - almeno queste sono le prime impressioni - a portare a bordo delle sue idee tutti i naviganti gialloblu. Lo stesso pubblico del Bentegodi, che ha riempito gli spalti dell’impianto scaligero in occasione della partita con i rossoneri, ha subito stretto un legame forte con il tecnico croato che ha saputo infondere ai propri giocatori quella predisposizione alla “sana guerriglia” della quale si erano ultimamente perse le tracce. Lo scrosciante applauso finale, nonostante la sconfitta - immeritata ma pur sempre di sconfitta si tratta - ne è l’inconfutabile testimonianza.

Chi, invece, non ha raggiunto la sufficienza è stato il direttore di gara che, mal supportato dal collega seduto comodamente alla postazione Var, ha preso alcune decisioni che hanno destato più di qualche perplessità, soprattutto quella riguardante la mancata concessione del calcio di rigore allo scadere, che ha tolto ai gialloblu la possibilità di rimettere meritatamente in parità l’incontro. Oltre al danno, poi, è arrivata la beffa di presunti cori razzisti che il pubblico veronese avrebbe indirizzato nei confronti del centrocampista rossonero Kessie. Tutto è finito ancora una volta in una bolla di sapone senza provvedimento alcuno da parte della giustizia sportiva.. Anzi, nei giorni successivi al match si è parlato solo di questo, facendo passare  quindi “in cavalleria” il grave torto subito dai gialloblu, senza che un organo di stampa che fosse uno - escluso quelli locali naturalmente - si facesse carico di portare agli occhi di tutti ciò che era successo sul terreno del Bentegodi. Complimenti, in questo caso, a Juric che nel post gara, con indubbia intelligenza,  non ha “abboccato” alla polemica, evitando qualsiasi commento quando è stato il momento di parlare degli episodi controversi. « Sono cose che nel calcio succedono. Inutile polemizzare, pensiamo ad andare avanti e a giocare a calcio » sono state le sue parole. Chapeau !

Tornando a parlare di calcio giocato, invece, che alla fine è quello che agli sportivi interessa di più, è importante non adagiarsi sugli allori perchè non si è ancora fatto nulla, specialmente ora che sono trascorse appena tre domeniche. Tuttavia è opinione diffusa che con queste prerogative l’obiettivo della salvezza, rimane sfidante ma sicuramente non impossibile da raggiungere. Incrociando le dita, naturalmente. L’importante era partire con il piede giusto e l’impressione è che i gialloblù abbiano già da subito imboccato la retta via. Una rondine non farà  primavera ma è anche altrettanto vero che il buongiorno si vede dal mattino..

Sezione: Editoriale / Data: Mer 18 settembre 2019 alle 13:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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