Con la vittoria ottenuta contro il Cagliari il Verona ha definitivamente archiviato la pratica salvezza. I 41 punti in classifica valgono il tanto agognato superamento della fatidica quota quaranta, che da quando nel campionato italiano è stata introdotta la vittoria da tre punti, rappresentano la "matematica" certezza di poter rimanere nella serie A.  Ora, da qui alla fine mancano ancora nove partite, nelle quali la formazione gialloblù cercherà di mettere in cascina più punti possibili. Lasciando da parte il discorso Europa, oggettivamente al momento fuori portata, l'obiettivo reale diventa quello di riuscire a superare i 49 punti dello scorso anno, arrivando magari a eguagliare, se non a superare, il record di punti (54 ndr) stabilito nella stagione 2013/2014 quando sulla panchina gialloblù c'era Andrea Mandorlini.

Tuttavia, lo sguardo si sposta inevitabilmente anche sulla stagione che verrà. I messaggi lanciati da Juric in queste ultime settimane sono stati chiari: la sua volontà è quella di rimanere, il Verona resta la sua priorità nonostante le sempre più insistenti sirene di mercato, ma a una condizione ben precisa ovvero quella di porre le basi per un processo di crescita e consolidamento su base pluriennale. Il tecnico croato, almeno questa è l'impressione, non sembrerebbe molto disposto ad accettare una nuova rivoluzione come l'anno scorso, quando si è ritrovato a iniziare il campionato con un organico completamente rinnovato rispetto a quello della stagione precedente. Qualche partenza è sicuramente da mettere in preventivo, anche perchè le eventuali plusvalenze rappresentano linfa vitale per una società come quella giallobù, ma l'importante è che a fare le valigie siano in pochi. Le condizioni per fare tutto questo ci sono. Lo sa bene Setti, lo sa D'Amico, ma, soprattutto, più di tutti, lo sa bene Ivan Juric. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 07 aprile 2021 alle 10:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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