La sfida del Bentegodi tra Hellas e Parma metteva di fronte le due squadre rivelazione di questo strano campionato. Entrambe in procinto di raggiungere la salvezza ma pronte a strizzare l’occhiolino a una successiva qualificazione all’Europa League. Alla fine l’ha spuntata la squadra di Juric che, grazie alle reti di Di Carmine, Zaccagni e Pessina, ha conquistato i tre punti che gli consentono di mettere in archivio il discorso salvezza. La matematica ancora non c’è, tuttavia la soglia dei 42 punti, quando mancano ancora nove giornate al termine, pone i gialloblù al riparo da qualsiasi sorpresa.

A questo punto il dubbio diventa fin amletico: Europa si o Europa no? Difficile dare una risposta sulle reali ambizioni della società gialloblù. Conoscendo Juric e i suoi ragazzi, compagni di questa straordinaria avventura, nulla rimarrà lasciato al caso. Con nove giornate e ben 27 punti in palio, tutto può ancora succedere. La settima posizione che garantisce l’accesso all’Europa, dista solamente due punti, pertanto non provarci sarebbe quasi un delitto.

Secondo alcuni, quelli più razionali, un risultato di questo tipo, considerando le già certe cessioni di Rrhamani, Amrabat e Kumbulla, pedine cardine della compagine scaligera, senza dimenticare la necessità di rimpiazzarli e di trovare nuovi profili in grado di aumentare la qualità dell'organico, obbligherebbe la società ad un ragionamento in prospettiva completamente diverso. Il calcio, però, vive meno di ragione e molto di più di emozione. Provarci non costa nulla, anzi ne può valere la pena. I conti, poi, come sempre si faranno alla fine.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 02 luglio 2020 alle 19:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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