Contro il Padova è arrivato domenica il tanto atteso esordio nel campionato cadetto, torneo che vede i gialloblù inseriti nella lista dei principali candidati alla pronta risalita in serie A, dopo la cocente retrocessione dello scorso anno. Il calendario proponeva il match contro il neopromosso Padova. Esordio, quindi, tra le mura amiche del Bentegodi e per di più in un derby. L'aggiunta di una bella vittoria avrebbe reso il menù semplicemente perfetto. Il finale tanto auspicato, tuttavia, è rimasto tale solo nelle aspettative. I gialloblù hanno messo in cascina un pareggio piuttosto deludente alla fine di un match decisamente poco esaltante. Sin dal triplice fischio finale del direttore di gara - giusto ricordare, comunque, l'applauso di incoraggiamento che ha accompagnato la squadra di Grosso all'uscita dal campo - non sono mancate le critiche, alcune accettabili ma in buona sicuramente affrettate ed a tratti anche ingiuste. 

Il grande Vujiadin Boskov amava sempre ripetere "...il calcio d'agosto vale poco perché è un calcio bugiardo...".  Come dargli torto, niente di più vero. In altri tempi, neppure troppo lontani, saremmo qui a commentare un'amichevole oppure un turno di Coppa Italia. Nel calcio di oggi, invece, sempre più figlio di televisioni e sponsor, si parla già di campionato. La sostanza, tuttavia, non cambia. Sempre di calcio d'agosto si tratta. Tutto questo per dire che le critiche piovute sui gialloblù appaiono per buona parte esagerate. Di questi tempi le squadre si trovano ancora in pieno rodaggio e ogni meccanismo necessita di maggior tempo per collaudarne il corretto funzionamento. Nel caso di Caracciolo & compagni, inoltre, non bisogna tralasciare un alibi non certo di poco conto. Rispetto allo scorso anno il parco giocatori è stato oggetto di una profonda rivoluzione. Ben diciassette sono stati i nuovi arrivi ai quali si aggiunge anche la scelta di un nuovo allenatore. Gli ingredienti per servire sul piatto una buona dose di pazienza ci sono tutti. Domenica contro il Padova la prova del Verona è stata sicuramente inferiore alle aspettative. La squadra è apparsa più volte in difficoltà, anche sul piano fisico, ma non bisogna dimenticare che l'avversario di turno, seppur neopromosso, poco o nulla ha cambiato rispetto allo scorso anno, allenatore compreso. Basta  anche guardare in casa d'altri - Crotone sonoramente sconfitto, Benevento protagonista di un pareggio per tre a tre dopo essere andato sotto in casa per tre a zero contro il neopromosso Lecce,  oppure Inter, indicata come anti-Juve ma con un misero punto in due partite - per rendersi conto di come possono andare le cose in questo periodo. 

Su un aspetto si può, tuttavia, essere concordi. Dopo quasi due mesi di preparazione l'aspettativa di intravedere la mano del nuovo mister era più che lecita. La prova della squadra, invece, ha vissuto più che altro sulle rade iniziative dei singoli. Uno straccio, seppur solo embrionale, di idea gioco non s'è nemmeno visto. Il nocciolo della questione è tutto qui, almeno per ora. Il tempo, tuttavia, gioca tutto a favore di Fabio Grosso. Gli elementi al momento a disposizione non sono ancora sufficienti per elaborare qualsiasi previsione. Ogni conclusione appare prematura. Senza dubbio tra qualche settimana la fisionomia della squadra assumerà contorni più definiti e sarà possibile capirne qualcosa di più.

 

 

 

 

 

 

 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 29 agosto 2018 alle 10:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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