Quando si entrerà in partita, e psicologicamente assorbendola per davvero; quando Napoli-Verona comincerà ad essere vissuta completamente; quando si avvertirà l’adrenalina “scorrere” ovunque; quando insomma chiunque sentirà che bisogna essere se stessi, senza freni e né impedimenti, solo a quel punto s’avrà certezza di Lozano, della sua agilità e della sua “abilità”, di quella effervescenza che ora riempie il vuoto pneumatico che sta intorno a una sfida invece già ricca di pathos. E ce n’è uno, e arriva da lontano, che non può essere domato: perché per sapere come stia Lozano, cosa abbia, come vada trattato, bisognerà guardarlo, non necessariamente sottoponendolo ad esami o forse anche sì, e poi decidere. «È una botta»: ma è stata talmente forte, mercoledì sera, che l’ha costretto a uscire dal campo in barella, trattenendo il fiato e portandosi appresso, almeno fino a quando il dolore non si è placato, tutte le paure che può avvertire un calciatore.

Sezione: Rassegna / Data: Ven 18 ottobre 2019 alle 14:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
vedi letture
Print