Continuano le esculsive targate TuttoHellasVerona.it. Questa volta per analizzare il difficile momento della compagine gialloblù la nostra redazione ha contattato uno degli uomini simbolo del Verona anni novanta. Il centrocampista laziale Alessandro Manetti, uomo che a Verona ha lasciato il cuore ed anche grandi ricordi: “ Verona ha conquistato gran parte del mio cuore e rimarrà un'esperienza indelebile. Ho passato sei anni meravigliosi, ricchi di emozioni”.
Dopo lo stop interno contro il Cittadella. Come si deve ripartire?
“L'ultima partita mi ha lasciato un po' perplesso. Mi ha sorpreso di più il Cittadella che il Verona. La squadra di Foscarini è parsa ben messa in campo e ben organizzata. Il Verona dispone di un grande potenziale per la serie B ma ultimamente davanti fatica a metterla dentro”.
Questo calo si può ricondurre alla batosta psicologica rimediata contro il Cesena o ci può essere di mezzo un calo atletico?
“Il Verona ha provato a giocare come al solito, in maniera propositiva. Continuo a ripetere che manca lucidità nel reparto offensivo. Cacia non sembra essere quello di inizio stagione, Halfredsson appare un po' appannato, insomma il problema del Verona sembra da ricercare negli ultimi trenta metri. Probabilmente se l'Hellas fosse riuscito a sbloccare il punteggio staremmo parlando di un'altra vittoria”.
La serie B è un campionato estremamente complicato...
“Certamente. Soprattutto quando si trovano squadre organizzate come il Cittadella imporre il proprio gioco risulta davvero molto complicato”.
Poco tempo per rifiatare. Lunedì c'è il Brescia di mister Calori in piena corsa playoff. Come affrontare questa sfida?
“Mandorlini non ha bisogno di consigli. Sicuramente se la squadra seguirà i suoi consigli e lavorerà a testa bassa potrà togliersi importanti soddisfazioni. I ragazzi devono scendere in campo convinti di poter raggiungere il grande obiettivo. Il gruppo è strutturato per vincere il campionato, ha giocatori validi al di sopra della media. Uno o due risultati non positivi non devono e non possono rovinare il grande lavoro svolto durante tutto l'anno”.
Gli infortuni stanno incidendo molto sul cammino dei gialloblù...
“Lavorare con questa frequenza e su questi ritmi pregiudica la possibilità di privarsi di alcuni giocatori chiave. Mandorlini ha i ragazzi sotto mano tutta la settimana e saprà scegliere al meglio. Se c'è qualche giocatore affaticato sarà compito suo farlo rifiatare e mettere in campo qualcuno meno utilizzato fino a questo momento”.
Vista la tua lunga esperienza in maglia gialloblù. Chi ti sentiresti di premiare come giocatore simbolo di questo collettivo?
“In testa ho due nomi. Uno per le qualità tecniche dimostrate in questa stagione. Faccio riferimento a Jorginho. Un talento puro sul quale hanno riposto gli occhi grandi club italiani ed europei. L'altro nome è quello di Mimmo Maietta: giocatore che oggi meglio rappresenta i valori e l'ardore dell'Hellas Verona”.
Parliamo un pò di Manetti. Nel luglio 2011 hai conseguito il patentino di allenatore di seconda categoria. Cosa ti aspetti nel prossimo futuro?
“Prima di conseguire il patentino di seconda ero reduce da un'esperienza con un club di serie D. Esperienza soddisfacente sotto un certo profilo, che però mi ha messo sotto gli occhi le differenze fra il calcio professionistico e quello dilettantistico, soprattutto a livello organizzativo. Se la crisi economica comincia a farsi sentire nel calcio che conta nei dilettanti può annoverare già numerose vittime. Se dovesse riproporsi un'esperienza simile ci penserei ben due volte prima di accettare”.
Meglio allora una prima squadra di livello o un settore giovanile importante?
“L'anno successivo alla serie D avevo un accordo non scritto, ma sulla parola, con la Sampdoria. Quindici giorni dopo però è cambiato il direttore sportivo e non se ne è fatto più nulla. Nel calcio queste situazioni possono accadere. Quando cambiano i vertici il programma precedente può essere totalmente stravolto. In un settore giovanile dove si programma il futuro e si trovano giocatori già formati mi potrei trovare davvero a mio agio, me nessuna preclusione per esperienze nelle prime squadre con progetti ben definiti”.
Concludiamo con gli ormai prossimi festeggiamenti per i 110 anni della nascita dell' Hellas Verona. Il 20 maggio sarai presente in Arena?
“Sarò presente. Ho già dato la mia parola agli organizzatori, in particolare ad Alberto Lomastro e Luciano Marangon”.
Autore: Michele Zomer / Twitter: @Mikzomer
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