Se non stessimo parlando dei sentimenti di milioni di tifosi, e, più in generale, se non ci fosse in ballo, ancora una volta, la credibilità del calcio italiano, scapperebbe da ridere. Perché questo pasticciaccio del Palermo che il Tribunale federale spedisce in C per illecito amministrativo, della Lega B che decide di non rinviare i playoff e, soprattutto, non disputare i playout, condannando il Foggia già retrocesso sabato sul campo e salvando Venezia e Salernitana risparmiandogli lo spauracchio degli spareggi, è – con tutto il rispetto – una storia tragicomica.
Quante beffe Il Palermo e i suoi tifosi sono condannati all’inferno per le malefatte contabili di Zamparini, ma l’ex patron si salva dalla preclusione perché il suo deferimento viene dichiarato «inammissibile»: ne ha combinate più di Carlo in Francia – certificano i giudici di primo grado – ma la Procura federale ha «palesemente violato i termini a sua difesa», accorciando eccessivamente i tempi che devono intercorrere fra la notifica della comunicazione di conclusione delle indagini e il deferimento. Una leggerezza che sa di beffa per i palermitani. Come la circostanza che a salvarsi, grazie alla sentenza di ieri, sia il Venezia che fu proprio di Maurizio Zamparini. E, ovviamente, la Salernitana del solito Lotito, il convitato di pietra di ogni casus belli della B.
E se venerdì al Coni... Di beffa in beffa, il Foggia che da ieri schiuma rabbia (il sindaco Franco Landella ha definito la scelta della Lega B «scandalosa, sono state stracciate tutte le regole» e ha chiesto le dimissioni del presidente Mauro Balata) venerdì potrebbe prendersi una clamorosa rivincita sul sistema se il Collegio di garanzia del Coni gli restituisse anche uno solo dei 6 punti di penalizzazione con cui ha concluso il campionato per il noto scandalo dei pagamenti in nero dei suoi giocatori. Con un punto in più, i pugliesi si salverebbero, la Salernitana retrocederebbe.Enon bisognerebbe nemmeno aspettare l’esito del processo d’appello, che arriverà la prossima settimana. Ma l’appello? Già, c’è ancora un secondo tempo da giocare, e in linea teorica può accadere di tutto. In pratica, però, non ci crede nessuno. Nemmeno il Consiglio Direttivo della B che ieri in fretta e furia ha deciso di far scattare subito i playoff – un rinvio avrebbe inguaiato le squadre più ricche di nazionali Under 21 in procinto di giocarsi l’Europeo – e di confermare le tre retrocessioni maturate sul campo, condannando in via definitiva il Foggia insieme a Padova e Carpi, e mandando all’aria i playout. Le considerazioni dei giudici del Tribunale federale sono state ritenute così «pesanti e inequivocabili» da scongiurare ogni ipotesi di ribaltamento in appello della sentenza di colpevolezza arrivata in primo grado. Del resto, l’impianto accusatorio a supporto del deferimento – emerso nell’inchiesta penale a carico di Zamparini, che il 2 luglio andrà a processo per falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio – «accerta–scrive il collegio presieduto da Cesare Mastrocola – il compimento di una sistematica attività volta a eludere i principi di sana gestione finanziaria e volta a rappresentare in maniera non fedele alla realtà lo stato di salute della società deferita». Tradotto, in estrema sintesi: per tre stagioni, dal 2015 al 2017, il Palermo si è tenuto in vita, e conseguentemente ha ottenuto di iscriversi al campionato, principalmente grazie agli artifizi contabili della premiata ditta Zamparini-Morosi (Anastasio, il revisore dei conti condannato a cinque anni più preclusione, mentre l’ex presidente Giammarva se l’è cavata, si fa per dire, con 2 anni di inibizione). Esattamente quello che sosteneva la Procura federale.
Il futuro è nero E ora che succede al Palermo? Condannato a ripartire dalla Serie C, annuncia ovviamente appello, ma le accuse che lo hanno spedito all’inferno sembrano una montagna troppo alta da scalare. Come i debiti che gonfiano la pancia del club, l’istanza di fallimento che è sempre sul punto di incombere e il procedimento civile per irregolarità gestionali acceso dalla Figc e prossimo all’udienza. Un quadro nerissimo, che almeno a parole non scoraggia i nuovi proprietari di Arkus Network. «La decisione dell’assemblea di Lega è l’apoteosi dell’ingiustizia nei confronti di una società, deitifosi e di un’intera città – spiega Alessandro Albanese, presidente del Palermo - Faremo subito ricorso anche al Tar. Noi vogliamo un procedimento immediato per dare regolarità al campionato. Questa storia non finisce qui». Albanese poi chiarisce la strategie di Arkus Network. «Tuttolomondo è carichissimo. La società ha risorse e voglia per andare avanti col Palermo». In caso contrario, c’è sempre la pista inglese... «Se non ci vogliono in Serie A, vorrà dire che ci iscriveremo alla Premier League». Firmato Ficarra e Picone. Ma sì, facciamoci una risata.
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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