Mauro Gibellini, ex direttore sportivo dell'Hellas Verona, ha concesso un'intervista al "Corriere di Verona", in cui ha parlato in particolare dei suoi primi contatti con un giovane Jorginho: "Era il 2004, ero ds del Verona. Andai in Brasile per visionare alcuni giocatori, alla fine trovai lui.  Il mio interlocutore sul posto era César Behling. Fu lui a portarmi a Imbituba. Guardai questa partita da un gabbiotto di cemento, c’era un sole a picco talmente forte che mi scottai pur essendo al coperto. Mi colpì subito l’abilità di un ragazzino smilzo che faceva sempre la cosa giusta. Chiesi subito informazioni: aveva 13 anni ed era proprio di Imbituba. Con Behling nacque l’idea di aprire una scuola calcio per far crescere i ragazzi del posto. Tornai all’Hellas come d.s. nel 2010, lui era arrivato in gialloblù qualche anno prima e doveva andare a giocare con continuità. Mi accordai per il prestito con la Sambonifacese, che era in Lega Pro Seconda divisione (Serie C2), mettendo un premio di trentamila euro sulla sua valorizzazione. Fece bene e quindi l’estate successiva lo riportai al Verona. Il resto, è cosa nota".

Gibellini ha poi proseguito parlando della cittadinanza italiana del giocatore e della possibilità di vederlo con il Pallone d'oro: "Mi prodigai molto per fargli avere la cittadinanza italiana. Nel 2012, alla fine del mio rapporto con l’Hellas, andai al Como. Chiamai Jorginho e lo consigliai, ero sbalordito quando vedevo che non lo convocavano in Nazionale. Pallone d'oro?  Dovesse vincere l’Europeo, dopo la Champions League, se lo meriterebbe".

Sezione: Ex gialloblù / Data: Mar 06 luglio 2021 alle 23:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Francesco Galvagni
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