In vista di Verona-Cagliari abbiamo raccolto le impressioni e i ricordi di un doppio ex come  Vittorio Pusceddu. L’ex difensore sardo - è nato a Buggerru, un paesino del Sud della Sardegna il 12 febbraio del 1964 - nella sua lunga carriera ha vestito, tra le altre,  le maglia di entrambe le squadre. Cresciuto nel settore giovanile rossoblù, con la maglia cagliaritana ha collezionato oltre 150 gettoni mentre in maglia gialloblù ha messo insieme 61 presenze in due stagioni. Dopo aver terminato l’attività agonistica è tornato nella sua Sardegna dove da pochi mesi è diventato il nuovo commissario tecnico della Nazionale sarda.

Il campionato riparte dopo la lunga sospensione per il coronavirus. Il calendario mette di fronte Cagliari ed Hellas, due società che fanno parte della tua carriera. Quale è Il tuo pensiero sulle due squadre e come vedi l’incontro di sabato sera?

«In questa stagione ho seguito molte partite del Cagliari. Dopo aver inanellato una lunga serie di 15 risultati utili consecutivi, con la doppia sconfitta patita contro Lecce e Lazio è iniziato un periodo negativo che è poi coinciso con l’esonero di Maran e l’arrivo di Walter Zenga. A causa della sospensione, però, il nuovo tecnico non ha mai potuto vedere la squadra in una partita ufficiale. Sabato sera sarà la prima volta. Credo che, pur tenendo conto di alcuni infortunati, non cambierà molto rispetto a quando c’era Maran. Parlando, invece, del Verona, ha fatto sino ad ora un ottimo campionato. Il suo andamento è stato meno continuo di quello cagliaritano ma decisamente importante. Dispone, inoltre, di ottimi giocatori. In particolare Borini che a Verona sembra aver ritrovato l’ambiente giusto per esprimersi al meglio.»

A Verona hai trascorso due stagioni particolari. La prima coincisa con una retrocessione all’ultima giornata dopo un lungo inseguimento, mentre nella seconda avete subito conquistato la promozione in serie A nonostante il fallimento della società. I tifosi gialloblù ancora oggi ti ricordano sempre con immutati affetto e stima.

«Il sentimento di affetto e stima è assolutamente reciproco. A Verona ho trascorso due stagioni “particolari” prima con Bagnoli, quando siamo retrocessi, e l’anno successivo con Fascetti quando siamo saliti in A, nonostante avessimo alle spalle una società fallita. Fu una grande prova di attaccamento alla maglia gialloblù che i tifosi apprezzarono molto. Ero uno che dava tutto sul terreno di gioco e che fuori dal campo amava stare in mezzo alla gente. Con i supporters gialloblù è nato un bellissimo rapporto che resiste ancora oggi.»

Dopo aver appeso le scarpe al chiodo sei tornato a casa. Da qualche mese hai assunto l’incarico di nuovo commissario tecnico della Nazionale della Sardegna. Raccontaci un po’ di questa nuova esperienza.

«Purtroppo, a causa del coronavirus, è rimasto tutto sulla carta, visto che non sono riuscito a fare nemmeno un piccolo stage di allenamento. Ora che l’emergenza è finalmente terminata non vedo l’ora di iniziare a conoscere un po’ i vari giocatori. Si tratta di calciatori provenienti per la maggior parte dai campionati dilettantistici sardi che ora potranno trovare un po’ di visibilità. Ci sono, comunque, anche giocatori come gli ex gialloblù Laribi e Caracciolo, che possono essere convocati. La Nazionale della Sardegna non ha ancora ottenuto il riconoscimento dell’UEFA tuttavia del frattempo potrà incontrare altre nazionali, anche loro non riconosciute, come quelle della Corsica o della Catalogna. Il nostro obiettivo, per il momento, è quello di diventare il punto di raccolta di molti ragazzi sardi che, magari, hanno avuto nel mondo del calcio professionistico meno occasioni di altri.»

L’ultima domanda la dedichiamo a Ivan Juric. Il tecnico croato, accolto al suo arrivo a Verona con esagerato scetticismo, ha saputo conquistare tutto l’ambiente che ora spera in una sua permanenza in gialloblù, nonostante le attenzioni di club più importanti. Secondo te meglio per lui rimanere a Verona almeno un’altra stagione?

«Se fossi al posto suo, per quello che è sempre stato il mio modo di pensare, rimarrei a Verona almeno un’altra stagione. Si tratta di una piazza molto tranquilla, dove c’è molto affetto da parte della tifoseria ma dove è anche possibile lavorare in tranquillità. Ricordo che feci così anch’io al termine del campionato terminato con la retrocessione quando decisi di rimanere. L’anno dopo, poi, d’accordo con la società presi in considerazione le offerte che nel frattempo erano arrivate. Rimanere in gialloblù per un’altra stagione potrebbe rivelarsi per lui la scelta migliore.»

Sezione: Hanno detto... / Data: Sab 20 giugno 2020 alle 10:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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