In vista del match tra Perugia e Verona abbiamo raccolto le impressioni di un doppio ex come Celeste Pin.

Per il forte difensore originario di San Martino di Colle Umberto, località in provincia di Treviso dove è nato il 25 aprile 1961, entrambe le squadre  rappresentano due tappe fondamentali della sua carriera, inframezzate dalla lunga parentesi con la maglia viola della Fiorentina.

Perugia e Verona occupano rispettivamente la settima e la quinta posizione - in piena zona playoff - separate l'una dall'altra da quattro punti. Gli umbri, tuttavia, inseguono con una partita in meno, avendo già riposato. Che partita ti aspetti?

«Perugia e Verona sono due buone squadre che a mio avviso hanno fatto vedere fino ad ora un buon calcio. Nel Perugia mancherà Sadiq, fermato dal giudice sportivo, mentre i gialloblù, pur rimaneggiati da numerose assenze tra i titolari, dispongono di un'ampia rosa in grado di garantire valide alternative.  Il Perugia avrà naturalmente dalla sua il sostegno dei propri tifosi. Il pubblico del "Renato Curi" è molto caldo ma anche altrettanto critico se le cose non vanno per il giusto verso. In ogni caso, qualunque sia il risultato, è troppo presto per fare calcoli perchè mancano ancora diverse partite e la storia del campionato cadetto insegna che nulla è ancora deciso. Mi aspetto comunque una bella partita.»

Sulle due panchine siedono due allenatori emergenti, accomunati dall’aver conquistato da giocatori il titolo di campioni del mondo con la maglia della nazionale azzurra...

«Si tratta di due allenatori giovani che amano il bel calcio. Nesta cura molto il gioco offensivo mentre Grosso sembra prediligere il palleggio e il gioco palla a terra. Si differenziano per il modulo tattico in quanto il tecnico perugino predilige il trequartista con il 4-3-1-2 mentre quello gialloblù è sempre rimasto fedele al 4-3-3. Il campionato cadetto rappresenta per loro un'ottima opportunità per dimostrare le loro capacità.»

Perugia rappresenta per te l’inizio della tua lunga carriera di calciatore.

«In Umbria ho trascorso ben sei anni. Partendo dalle categorie giovanili sono arrivato fino alla prima squadra. Ho esordito in serie A appena diciottenne in un Perugia-Juventus (l’incontro finì 1-0 in favore degli umbri con rete di Paolo Rossi, ndr), disputando in tutto tre stagioni, prima di passare alla Fiorentina, la parentesi più importante e duratura della mia carriera.»

Parlando della Fiorentina, ti chiedo in chiusura un pensiero su Davide Astori, ad un anno dalla sua prematura scomparsa.

«Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente. Come detto da molti, si trattava veramente di un bravo ragazzo che prima di essere un ottimo calciatore è stato un grande uomo. Una dote, questa, che gli è stata sempre da tutti riconosciuta. Un vero “signore del calcio”. Un esempio da seguire. La sua improvvisa e prematura scomparsa è stato un grande dolore per molti.»

Sezione: Hanno detto... / Data: Ven 08 marzo 2019 alle 12:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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