In vista del prossimo incontro che vedrà di fronte Hellas Verona e Bologna abbiamo raggiunto in esclusiva Arcadio Spinozzi, terzino gialloblù di fine anni ‘70. Per lui due campionati in riva all’Adige, dal 1977 al 1979, prima di una stagione al Bologna e ben sei campionati con la maglia della Lazio. Ci risponde dalla sua casa in provincia di Teramo, dove è tornato a vivere al termine della sua avventura professionistica. Nelle due stagioni di Verona per lui 41 presenze ed una sola rete, messa a segno nella partita persa in casa contro il Milan con il punteggio di 3 a 1. La nostra intervista non può che partire dagli anni di Verona.
Ciao Arcadio, che ricordi hai della tue stagioni in maglia gialloblù? “Di Verona conservo un bellissimo ricordo. La mia avventura gialloblù durò solamente due stagioni, entrambe in serie A. Il secondo anno coincise, purtroppo, con la retrocessione e al temine della stagione venni trasferito al Bologna. Nonostante il risultato negativo, avendo disputato comunque un buon campionato, sembrava dovessi finire all’Inter ma il presidente Saverio Garonzi, in ragione delle offerte ricevute, preferì cedermi alla squadra rossoblù. Ricordo con piacere tutti i compagni di quella squadra ( Totò Logozzo, Walter Franzot, Sergio Maddè, Emiliano Mascetti, Livio Luppi, tanto per citarne alcuni) con i quali si era creato un bellissimo rapporto, dentro e fuori dal campo. Prosegue Spinozzi “Ebbi anche la fortuna di avere tre bravi allenatori ( Valcareggi, Mascalaito e Chiappella ndr) che seppero creare uno spogliatoio unito e coeso. Per me che venivo da alcune stagioni in serie B con la Sambenedettese, si trattava dell'esordio nella massima serie e furono due anni molto importanti."
In quegli anni in squadra c’era un certo Gianfranco Zigoni “Pensate che Zigo non l’ho più incontrato da allora. Impossibile dimenticare, oltre alle sue giocate, i suoi simpatici battibecchi con Saverio Garonzi in occasione del rinnovo del contratto. Se ne dicevano di tutti i colori ma poi trovavano sempre un punto di incontro."
Che tipo di giocatore eri? “ Ero un difensore specializzato nella marcatura ad uomo che non mollava mai. Forse anche per questo nelle piazze dove sono stato mi ricordano ancora con piacere."
Parliamo della città di Verona? “Verona è una bellissima città. Pensate che lo scorso ottobre sono stato da voi due giorni e rivedendo i posti dove ho vissuto - abitavo in centro - sono rimasto estasiato, oggi come allora, della sua bellezza. Sarà che sto diventando vecchio ma ho vissuto emozioni più forti di quando ci vivevo da calciatore. Avevo anche pensato di tornarci a vivere una volta terminata la carriera ma le vicissitudini della vita mi hanno riportato nel posto dove sono nato e cresciuto."
I due anni di Verona, riportano alla mente anche un ricordo molto triste. “Purtroppo si. E’ impossibile, infatti, dimenticare la tragedia ferroviaria del 15 aprile 1978, quando il treno che ci avrebbe dovuto portare a Roma per la partita, deragliò improvvisamente all’altezza di Murazze di Vado. Noi ci salvammo per miracolo - pochi minuti prima per pura casualità ci eravamo trasferiti nel vagone ristorante - ma persero la vita ben 49 persone, senza dimenticare gli oltre 150 feriti. Ricordo che qualche giorno dopo - la partita venne rinviata - tornammo a Roma in pullman e io portai personalmente un mazzo di fiori sul luogo della tragedia. Domenica prossima, che ricorre il quarantesimo anniversario, ho deciso che farò la stessa cosa. Non so se qualcuno dei miei compagni di allora mi seguiranno ( alcuni come Stefano Trevisanello e Totò Logozzo li ho contattati), in ogni caso, ci andrò anche da solo”.
Dopo Verona, Bologna ma soprattutto sei anni a Roma con la Lazio “ Gli anni di Roma sono stati molto intensi tra due retrocessioni, contrasti con i dirigenti, rapporti di spogliatoio non sempre idilliaci e allenatori “grotteschi” come Juan Carlos Lorenzo. Un periodo importante ma difficile, in una città non certo tranquilla come Verona. Pensate che ad assistere agli allenamenti c'erano sempre migliaia di persone. Lascio a voi immaginare quale fosse il clima nei periodi di contestazione. E vi assicuro, ce ne sono stati diversi."
Hai scritto due libri “Le facce del pallone” e “Una vita da Lazio”, il secondo in particolare aprì un piccolo squarcio sul mondo dorato del pallone. “ E’ proprio così. Decisi di uscire allo scoperto e raccontare cose che dal di fuori del nostro mondo pochi o nessuno conoscevano o immaginavano. Una scelta pagata, purtroppo, a caro prezzo visto che dopo quella pubblicazione il mondo del calcio si è letteralmente dimenticato del sottoscritto. Desideravo proseguire come allenatore ma dopo un’esperienza come vice di Boskov al Perugia e tre anni come allenatore della primavera dell’Udinese, sono finito nel dimenticatoio. Nemmeno più uno straccio di proposta. E questo rimane per me un grande rammarico."
Segui il calcio di oggi? “ Allo stadio non vado più e seguo poco il calcio di oggi, in cui, onestamente, non mi riconosco molto. Mi informo, tuttavia, sempre sui risultati delle mie squadre - Hellas Verona, Bologna e Lazio - e sono contento se le vedo in Serie A. "
Domenica prossima c’è Bologna - Verona, cosa pensi dei gialloblù? “ Vedo che quest’anno la squadra fatica più del previsto ma rimane ancora in corsa per salvarsi. Contro i rossoblù non dovrà fare l’errore di sottovalutare l’avversario ma sarà importante affrontare l’incontro con lo spirito giusto. Solo così, infatti, potrà portare a casa un risultato positivo. Il mio auspicio, naturalmente, è che il Verona rimanga in serie A."
Chiudiamo con un saluto ai tifosi gialloblù “ Sono molto contento vi siate ricordati di me. Vi ricordo con immenso piacere e ricordo con grande emozione la città, un posto dove appena posso, torno volentieri"
Un abbraccio Arcadio e grazie di tutto!
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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