Una squadra che deve lottare per la salvezza e per guadagnarsi la prima vittoria in campionato contro una squadra che vuole vincere oggi per potersi permettere di perdere nelle due prossime giornate in calendario.

Queste le premesse con cui l'Hellas Verona e il Frosinone si sfideranno oggi al "Matusa": una lotta all'ultimo sangue, forse addirittura un match da dentro o fuori. Le due squadre (si spera) entreranno in campo con un solo obiettivo: vincere. E il Verona deve vincere non solo per raggiungere finalmente la prima vittoria della stagione, ma anche per abbattere quel muro di cemento armato che blocca mentalmente i giocatori gialloblu.

La frustrazione è palpabile, nessuno riesce a far entrare la palla in rete. Mandorlini ormai non sa più cosa fare: se cambia, non doveva cambiare; se cambia presto, avrebbe dovuto aspettare; se cambia tardi, perché ha aspettato tanto? In ogni caso, quello che riceverà la maggior parte delle accuse sarà lui, lui che se potesse fare qualcosa per la squadra lo farebbe all'istante. Il problema però è che ha le mani legate: i giocatori infortunati sono sempre tanti e quelli che entrano in campo sono sempre i soliti che non riescono a sbloccarsi e a fare gol. Forse non dovrebbero pensare così tanto all'obiettivo, forse dovrebbero solamente giocare con naturalezza e fare quello per cui sono cresciuti e sono arrivati in Serie A: giocare bene a calcio. E soprattutto godersi la fatica dei 90 minuti affrontando campioni come loro. Non si può sapere cosa sarebbe meglio, però. Si può solo sperare che quei giocatori mettano in campo la grinta e la sete di vittoria che abbiamo visto in alcune partite passate. Solo così il Verona potrà tornare a casa trionfante.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 29 novembre 2015 alle 11:30
Autore: Anna Vuerich
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