Il Verona inciampa ancora, manca il salto verso il primo posto e si prende tutti i fischi dei propri tifosi parecchio spazientiti. Respira la Cremonese di Mandorlini - che invece dal popolo dell'Hellas riceve solo applausi.

BANDIERINA GALEOTTA. La rivoluzione messa in atto da Fabio Grosso - appena quattro i confermati rispetto alla sconfitta di Ascoli - non funziona. Quattro sono anche i minuti che passano quando Colombatto recapita un pallone che Caracciolo spinge in rete di testa, poi c'è un piccolo giallo sul pari della Cremonese. Al momento dell'impatto con la palla di Perrulli, l'assistente Mokhtar sbandiera erroneamente: l'arbitro Giua non gli dà retta ma Tupta viene tratto in inganno e si ferma, così c'è la deviazione vincente di Arini. Gol regolare, quindi.
Un episodio che non placa l'impeto del Verona, manifestato con la traversa colpita da Ragusa.

MISTERO PAZZINI. Nel secondo tempo la Cremonese crea subito le premesse per il sorpasso, ma Emmers - complice il gran recupero di Marrone - perde al momento del tiro in piena area.
L'apporto di Di Carmine nell'ultima mezz'ora non è granché, mentre la squadra di Mandorlini si dimostra solida. Se il Verona ha sempre preso gol quest'anno, Coppa Italia compresa, un motivo ci sarà. In tutto questo, Pazzini è sempre lì in panchina come enorme equivoco dell'Hellas.

Sezione: Focus / Data: Sab 03 novembre 2018 alle 15:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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