Questa è una storia di incantatori e dive. Di bomber veri e marcatori casuali. Di doppi ex e di scelte sbagliate corrette dal destino. Di recuperi prodigiosi e illeciti sportivi. Questa è la storia di Bari-Verona. Una classica della B. Domani al San Nicola sarà la 24° sfida tra i cadetti. A 87 anni dalla prima.

 

ORIGINI – È il 30 marzo 1930. Al Campo degli Sports, nei pressi del carcere, nella prima B a girone unico, i biancorossi di Uridil cancellano il 2-1 dell’andata coi gol del “piccoletto” Bottaro, dell’ala sinistra Rastelli e di sua maestà Faele Costantino, il reuccio del borgo antico, già da un anno tra gli Azzurri di Pozzo e l’11 maggio seguente vincitore della Coppa Internazionale col gol del 5-0 finale all’Ungheria. E a Budapest.

Il 7 giugno 1931, Dolfin illude gli ospiti, il bomber Scategni, Gay e ancora Rastelli firmano il 3-1 che avvicina il Bari alla prima, storica Serie A. L’1-1 del 1934 di Dentuti, il santarellino (a fine carriera prenderà i voti e sarà un bibliotecario benedettino) chiude la fase pionieristica.

 

SPAREGGI – I playoff allora si chiamavano spareggi. E quelli del luglio 1958 scandiscono le vicende di Bari e Verona. Biancorossi secondi in B dopo la Triestina, promossa, al termine della stagione regolare. Scaligeri ultimi in A, ma “salvati” dall’Atalanta, punita per l’illecito col Padova e retrocessa. La sentenza arriva a luglio inoltrato.

Il primo spareggio si disputa sotto il solleone alle 18 del 20 a Bologna. Il Verona non sfonda, il Bari ha Erba l’”incantatore”, genio e sregolatezza allo stato puro. E pensare che il tecnico Allasio gli ha preferito Rebizzi. Galeotto un bicchiere di acqua gelida che Paolo ha bevuto in ritiro. Rebizzi, però, ha dato forfait in extremis. Erba gioca e segna per la gioia dei 10mila tifosi che hanno raggiunto lo stadio emiliano.

 

ESODO – Quattro giorni più tardi si replica. Ma all’Olimpico di Roma. In tribuna, tra i 15mila tifosi biancorossi capeggiati da Peppino Cusmai, c’è anche l’attrice Marisa Allasio, figlia del tecnico, diva del film Poveri ma belli, immortalata dalla Settimana Incom mentre trepidante segue la gara con un impeccabile foulard che le copre il capo.

Il protagonista è ancora Erba. Due gol e Bari in A dopo otto stagioni, durante le quali è andata pure in D.

Un salto alla B 1981-1982. Quella di Catuzzi e del Bari dei baresi, il più bello (e perdente) della storia. All’andata è finita 3-3. Col Bari avanti 2-0 e 3-2. Al ritorno, il 28 marzo 1982, innanzi ai 40mila del Della Vittoria, un liscio di Caricola spalanca la strada del gol all’ex Penzo (fino all’alba in ospedale per un ascesso). Bresciani sigla l’1-1. Ma solo i veneti fanno festa.

 

DOPPIETTE – Tocca a Tovalieri, il cobra. Gli scaligeri con lui “vedono” le streghe. Doppietta al Bentegodi nello 0-4 del 31 ottobre 1993. Doppietta al San Nicola nel 2-0 del 2 aprile 1994 e A vicina per la squadra di Materazzi.

Due gol anche per Martinho al San Nicola col Verona, poi promosso, al Bari di Torrente il 27 febbraio 2013. Prima di lui, Abbate (2011) e Ferrante (2007) hanno firmato i blitz scaligeri, imbattuti in Puglia dal 20 febbraio 2005: 1-0 (Dionigi).

Sezione: Copertina / Data: Ven 21 aprile 2017 alle 13:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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