Il sorriso è tirato. Un misto fra ragionevole fiducia e giusta ansia Giancarlo Romairone. Troppo importante il risultato. Il derby, già di per sé materia poco inquadrabile, stavolta è reso ancor più ingarbugliato da un senso di urgenza ormai impossibile da posticipare. Romairone scopre ogni carta.
«Chi fa questo sport non può pensare di andare in campo e far calcoli. Noi dobbiamo solo concentrarci per garantirci una prestazione di livello e portare a casa punti. Quanti saranno dipende da tanti fattori. Quel che conta è farsi trovar pronti», sgombra il campo il diesse, perché a vederla come se fosse una finale parrebbe proprio che il Chievo possa gestire due risultati su tre. Senza tener conto che nelle successive otto capiteranno avversari quasi impossibili come Milan, Napoli, Inter e Roma, altri parecchio spigolosi come Sampdoria e Torino, più gli scontri diretti con Sassuolo e Spal. Meglio guardarne una alla volta.

ORGOGLIO E RISPETTO. Romairone dispensa serenità. Quella non è mai abbastanza, anche se il gruppo di contese così ne ha viste un bel po’. «Il compito è difficile, ma ci teniamo tantissimo a far bene. Molto sentito il derby da parte nostra. Sarebbe una bugia se dicessi che è stata una settimana come le altre. La squadra si è preparata bene, il mister ha sollecitato tutti, i giocatori hanno risposto al meglio. Fosse per lui anche Gamberini vorrebbe andare in campo. Lui non ci sarà, ma tutti gli altri sì. La tensione è quella ideale, i ragazzi vogliono dare un segnale forte dopo due mesi di sofferenza». Tanto rispetto nel suo ritratto dell’Hellas, orgogliosamente attaccato al carro da cui ha rischiato tante volte di cadere. «Sarà difficilissimo il derby, il Verona è ferito ma anche molto vivo. A questo si aggiunge tutta l’attesa della città, uno stadio probabilmente pieno ed il sostegno del loro pubblico che certamente spingerà parecchio», le altre variabili di Romairone, motore del Chievo d’estate in un anno strategico, a metà fra le facce di sempre e le nuove destinate a popolare Veronello negli anni a seguire.

SCRITTO NEL DESTINO. Ha passato mesi a lavorare sodo e a prendere appunti Romairone, al primo anno di A dopo tanta gavetta. Un maestro su tutti l’ha avuto: Luca Campedelli. «Se il presidente ci ricorda sempre come il nostro obiettivo primario sia la salvezza vuol dire che lui ha ben chiare tutte le difficoltà che ha incontrato e che deve incontrare una società come il Chievo per restare a questi livelli. Nel dna nostro c’è la sofferenza, altrimenti una piccola realtà espressione di un quartiere non sarebbe mai riuscita a mettere in fila tutti gli obiettivi che ha centrato il Chievo attraverso vittorie contro tutto e tutti. Chi non si ricorda da dove proveniamo commette un grande errore. Noi non ce lo siamo dimenticati. Dover lottare sempre è nel nostro destino».
Un girone dopo è cambiato molto, se non tutto. Il 22 ottobre, dopo il 3-2 all’Hellas, il Chievo era settimo. Con nove punti sul Verona già alla nona giornata e dieci squadre di mezzo prima di scorgere il terzultimo posto. I punti adesso sono quattro, soltanto con Sassuolo e Spal a far da cuscinetto e a far sembrare la zona caldissima leggermente più distante da quel che è. Per questo il pallone ultimamente pesa più del solito. Ed anche domani sarà dura tornare all’improvviso leggeri.

TEMPI MIGLIORI. «Sappiamo benissimo», avverte Romairone, «che ci mancano ancora punti prima di poterci ritenere
salvi, ma fortunatamente possiamo ragionare solo su noi stessi. Un certo margine ancora l’abbiamo, la nostra idea quindi è quella di guardare a casa nostra e fare le cose al meglio. Dopo il periodo buio ci aspettiamo che tornino finalmente tempi migliori
».
Passa oltre il diesse, oltre anche il break della Spal coi sei punti con Crotone e Bologna che hanno detto a tutti come la musica ora sia un’altra e che tutti faranno bene ad aumentare la velocità di crociera perché quella piuttosto lenta di prima non basta più. «La Spal ha accorciato la classifica con due risultati importantissimi», riconosce Romairone, «ma è il verdetto di sole due partite. La strada è ancora parecchio lunga per tutti». L’andata è solo una leggera ventata
d’aria fresca. «Ricordo la corsa dei ragazzi sotto la nostra curva, una vittoria bella e importante. Anche per me,nuovo
del Chievo. Bello aver vinto il mio primo derby. Proveremo a ripeterci, ma i ragazzi dovranno giocare la miglior partita possibile
».

Sezione: Avversari / Data: Ven 09 marzo 2018 alle 12:45
Autore: Anna Vuerich
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