Il turno di riposo del Brescia, il pareggio interno del Pescara, la sconfitta casalinga subita dal Benevento contro lo Spezia. Tre risultati che avevano “apparecchiato la tavola” in vista del match tra i gialloblù e l’Ascoli. L’auspicabile vittoria contro i marchigiani rappresentava una ghiotta occasione per fare un deciso balzo in avanti in classifica e toccare da vicino i due gradini più alti del podio. Il Verona ci ha provato. La squadra ci ha messo voglia, determinazione, volontà. Lo sforzo è stato sicuramente apprezzabile ma non è, purtroppo, bastato. Sulla ruota del Bentegodi è uscito il segno “x” per la giustificata felicità degli ospiti e l’inevitabile rammarico scaligero. A dirla tutta il risultato finale non fa una piega. La squadra di Vivarini, in posizione di classifica sufficientemente tranquilla, ha dimostrato di essere compagine organizzata e ben quadrata mentre i gialloblù, pur qualitativamente superiori - almeno sulla carta - non sono stati in grado di produrre lo sforzo necessario per portare a casa il risultato pieno. La partita con l’Ascoli ha riportato a galla i soliti temi. Trame di gioco belle da vedere ma prive della giusta dose di verticalità. La squadra mantiene il possesso palla ma non tira in porta. E se non tiri in porta non segni. Contro i bianconeri, tolta la conclusione vincente di Pazzini, i gialloblù hanno inquadrato la porta una sola volta. Difficile pensare di portare sempre a casa il risultato pieno con il minimo sforzo. Servono prima di tutto concretezza, cattiveria agonistica, personalità. Tutti ingredienti da mettere sul piatto in misura decisamente migliore di quanto fatto vedere sino ad ora. Senza queste caratteristiche ben consolidate nel proprio Dna si rischia, però, di doversi affidare alla buona sorte che dà e toglie alla stessa maniera. Così facendo, tuttavia, il rischio di non centrare l’obiettivo diventa pericolosamente sempre più reale.
Dopo la sosta ci sarà la trasferta di Cremona e a seguire un poker d’incontri ad alta tensione contro Brescia e Benevento in casa e Pescara e Palermo fuori. Al termine di questo ciclo terribile i contorni del destino gialloblù saranno sicuramente più chiari. Il sogno è la promozione diretta, l’alternativa la solita indecifrabile lotteria dei play off. Una roulette russa in piena regola. Come ha chiosato proprio capitan Pazzini, al termine dell’incontro « ci aspettano otto finali» il che significa ben ventiquattro punti in palio. La storia del campionato cadetto insegna che bisogna farsi trovare pronti negli ultimi due mesi. Il rovescio della medaglia, tuttavia, è che non bisogna commettere errori. Anche il minimo passo falso può risultare irrimediabilmente fatale. Ad oggi l’obiettivo della promozione diretta è ancora alla portata della squadra di Fabio Grosso. Attenzione, tuttavia, a non sprecare altre occasioni. I treni passano una volta sola.
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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