Ci sono tre fasi ben distinte, sin qui, nella stagione del Verona di Fabio Grosso. La prima è quella corrispondente alle 5 giornate iniziali di campionato, quando i gialloblù, dopo il pareggio contro il Padova all’esordio, conseguirono 4 vittorie consecutive (di cui una a tavolino) che li proiettarono subito in testa alla classifica. La seconda fase è, invece, quella intercorsa tra la sconfitta di Salerno e la batosta di Brescia, il punto più basso della stagione: una sola vittoria in 7 partite, condite da 2 pareggi e ben 4 sconfitte. Infine, nel momento più delicato, il risveglio, cominciato con la partita della contestazione, al Bentegodi contro il Palermo, e proseguita con le prestigiose vittorie ai danni di Benevento, Pescara e Cittadella: una striscia positiva che parla di 3 vittorie e 3 pareggi, utile a chiudere l’anno con maggiore serenità e una classifica più promettente.

Ma nonostante gli ultimi discreti risultati, l’idea comunicata dalla squadra del tecnico ex Bari è ancora quella di una certa discontinuità, di una compagine non ancora pronta al definitivo salto di qualità. Soprattutto, il Verona sembra ancora incapace di gestire con maturità e solidità alcuni specifici momenti della gara, come ampiamente dimostrato dall’ultima gara di questo complicato 2018: in vantaggio per due volte sul campo del Foggia, l’Hellas ha subìto per tutta la ripresa la veemente pressione della squadra di Padalino, riuscendo comunque a portare a casa un soffertissimo pari. Una partita che ha ricordato quella di Livorno di 8 giorni prima, sul campo di un’altra squadra impelagata nei bassifondi della graduatoria.

In generale, il Verona, pur con valori tecnici superiori (sulla carta) alla maggior parte della concorrenza, difetta ancora del necessario cinismo e della sufficiente cattiveria per potersi imporre in un campionato duro ed equilibrato come quello cadetto, dove spesso agonismo e concretezza prevalgono su classe e qualità. Tuttavia, è un Verona che ha ripreso la propria marcia, assestandosi nelle zone alte di classifica e migliorando i propri numeri, in particolare quelli difensivi. È infatti nelle ultime 5 partite che sono arrivati gli unici 3 “clean sheet” della stagione di una squadra che fino alla partita di Benevento aveva sempre concesso gol alle avversarie. Anche se, dando un’occhiata alle statistiche della serie cadetta, la formazione di Grosso risulta comunque quella con la quarta miglior difesa dopo Palermo, Cittadella e Cremonese, così come possono in fondo definirsi positive anche le note che giungono dall’attacco, anch’esso il quarto migliore della categoria (dopo Brescia, Palermo e Lecce) nonostante un digiuno di 200 minuti a cavallo tra settembre e ottobre.

Grosso, nella prime partite stagionali, ha spesso ruotato uomini e assetti tattici, alla ricerca del miglior sistema per un gruppo molto rinnovato dopo il mercato estivo. Negli ultimi match sembra aver trovato più certezze e stabilità, in particolare a centrocampo e nel tridente offensivo. Il suo Hellas deve dunque ripartire dalle parate di Silvestri, senza dubbio il miglior portiere della categoria (già 3 rigori parati), dai gol di Pazzini, 8 in 9 partite, con 2 triplette, e una gestione poco chiara da parte di tecnico e società, dalla certezza Zaccagni, sempre tra i migliori, così come dalla bella scoperta Danzi e dalle imprevedibili accelerazioni di Lee e Matos. In attesa del miglior Di Carmine, la cui coesistenza col Pazzo è ancora tutta da valutare e potrebbe costituire un’importante arma nella seconda metà di stagione. Inoltre, dal mercato di gennaio la società gialloblù è chiamata a rinforzare la rosa a disposizione di Grosso, che sembra necessitare soprattutto di un centrale difensivo e di un terzino, oltre probabilmente ad un regista in mediana.

La classifica della Serie B è, da tradizione, molto corta ed equilibrata: alle spalle del Palermo, in fuga con 5 punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici, è caccia aperta alla seconda posizione, con Brescia, Pescara, Verona, Lecce e Benevento racchiuse in soli 3 punti. I gialloblù, alla ripresa dopo la sosta, sono chiamati a dare seguito alla propria serie positiva, per mantenere una posto nei quartieri alti e presentarsi nelle migliori condizioni al momento clou della stagione. Perdonerete dunque la banalità del titolo, ma il popolo gialloblù ha voglia di un deciso cambio di rotta che faccia dimenticare le amarezze di questo tortuoso 2018.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 02 gennaio 2019 alle 12:00
Autore: Giacomo Mozzo
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