A Milano, in via Rosellini, un'ora e 25 minuti di ritardo per una presentazione durata meno di un quarto d'ora. A Roma, in via Allegri, una serie di riunioni in bilico tra pareri legali e pressioni politiche per costruire l'escamotage che consentisse alla Figc e alla Lega di B di "confezionare il pacco". A Milano un misto di imbarazzo, incredulità e tensione ha accompagnato il varo dei calendari più contestati nella storia del calcio italiano.
I dirigenti delle 18 società presenti (assente solo il Palermo), insieme ai rappresentanti di Perform e dello sponsor BKT, hanno atteso a lungo il via libera della Figc, arrivato dopo le 20. Per farsi forza i presidenti, nei corridori di Via Rossellini, invocavano compattezza senza badare ai ricorsi in arrivo, scambiandosi sguardi sbigottiti e inquieti. Il più attivo è il proprietario del Perugia, Santopadre: "Dov'è Balata?", si è chiesto a un certo punto quando i minuti trascorrevano senza novità. Alla fine il presidente della Lega B compare esibendo una tensione evidente: "Sono molto stanco, non dormo da quattro giorni", si sfoga.
E le ultime ore sono state le più pesanti, in continuo collegamento telefonico con Roma dove, appunto, anche in Figc era in corso uno scontro tra i legali che sconsigliavano lo "strappo" e le convinzioni del subcommissario Angelo Clarizia (uno dei meno appariscenti ma più temuti di questa gestione commissariale) avvocato settantenne molto noto e "introdotto" (Consorzio "Venezia Nuova", quello del Mose, e Expo, alcuni dei suoi ultimi incarichi) che si è occupato di stendere materialmente gli storici comunicati che hanno dato il via al computer dei calendari. E di garantire che tutto questo non avrà conseguenze legali negative per le componenti coinvolte nonostante, appunto, altri legali della Figc avessero espresso parere contrario. Così. dopo giorni di riunioni e di dubbi, di pareri e pressioni, la Figc è arrivata a fornire il proprio ia libera solo nella serata di ieri, ben dopo le ore 19 fissate dalla Lega di B per pigiare il bottone sul computer dei calendari.
E che sia stato un percorso arduo (e per nulla lineare) lo conferma il fatto che la Figc abbia dato il via libera con tre comunicati che modificano l'articolo 49 delle Nolf, la norma che imponeva un anno di stacco tra la decisione di cambiare il numero delle squadre di un campionato e l'applicazione concreta della riforma.
Il commissario Fabbricini cancella le sue decisioni precedenti e stabilisce che, quando la partenza dei campionati è a rischio, diventa possibile cambiare subito il numero delle squadre partecipanti con la maggioranza dei 3/4 del Consiglio federale, organo che in questo momento non funziona proprio perché la Figc è commissariata. Quindi la decisione è dello stesso Fabbricini. Che si appella anche "all'interesse pubblico a garantire la stabilità del novero di partecipanti al campionato e a scongiurare l'andirivieni dei partecipanti" e quindi a prevenire gli esiti dei futuri ricorsi e a congelare il pronunciamento "nel merito" del Collegio di garanzia del Coni fissato per il 7 settembre.
Il comunicato Figc inserisce un passaggio: "Sentite le componenti tecniche", quasi a dare l'idea di un consenso più ampio. Ma le reazioni non si fanno aspettare e l'Associazione calciatori sostiene di sentirsi presa in giro: "Noi abbiamo ribadito di essere contrari", spiega Tommasi, sentito in mattinata da Fabbricini.
"Dovevamo far partire il campionato - ha concluso Balata - siamo tutti provati per questi eventi. Ma abbiamo agito con la massima correttezza rispettando le regole e aspettando la Figc". La prima partita sarà Brescia-Perugia venerdì 24 agosto. Il format resta immutato: tre promozioni e quattro retrocessioni con playoff e playout. Ma da qui al momento della verità del torneo nessuno può dire esattamente cosa succederà. E, soprattutto, mettere da parte la sensazione che a prevalere non sia stato affatto l'interesse di tutti.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 14 agosto 2018 alle 19:30 / Fonte: TuttoSport
Autore: Anna Vuerich
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