L'Arena: "Un piede e mezzo in B. Tutti dietro la lavagna"

Non buttiamo la croce addosso al povero Nicolas. Non è certo colpa sua se ancora una volta ha regalato un gol decisivo agli avversari. Non è la prima volta che succede - basta pensare al primo gol con la Fiorentina o a quello su punizione con il Bologna - e non sarà certo l’ultima perchè in più di un’occasione ha dimostrato di  non essere un portiere pronto perla A alternando grandi parate ad errori clamorosi.
La gestione di un portiere come Nicolas - che poteva e doveva  essere lasciato in panchina dopo l’espulsione inutile rimediata al Meazza con l’Inter e la buona prova di Silvestri con il Benevento - fotografa la situazione di un Verona che dopo la sconfitta con il Sassuolo ha un piede e mezzo in B.
C’è sempre la matematica che tiene viva la speranza visto che restano cinque partite e la  Spal ha solo quattro punti di vantaggio ma anche i più ottimisti si arrendono di fronte alla realtà dei fatti.

Regna soprattutto una grande confusione non solo negli spogliatoi ma anche nella stanza dei bottoni. A una pochezza qualitativa e caratteriale della rosa allestita in estate e non rinforzata nel mercato di gennaio  corrisponde una conduzione tecnica che ha mostrato in più di un’occasione evidenti limiti tattici.
In una situazione tanto negativa la società brilla ancora una volta per la sua assenza. Fusco ha abbandonato la barca che affondava e ha fatto le valige, il presidente Setti, dopo un momento di grande attività mediatica, s’è di nuovo fatto in disparte e s’è limitato a mandare la squadra in ritiro ma non ha rispettato la promessa di lasciarli a Peschiera fino a giugno. Aveva anche promesso che avrebbe  fatto di tutto per restare in Serie A, con o senza Pecchia. Purtroppo l’Hellas sta rotolando abbastanza velocemente verso la B ma il tecnico gialloblù rimane ancora alla guida di Romulo  e soci. Di chi è la colpa? Difficile individuare i colpevoli ma tutti dovrebbero  farsi un esame di coscienza e nascondersi dietro la lavagna.