Un Amarone da scudetto. Giancarlo Aneri è tornato ieri pomeriggio da Vinovo coi figli  Stella e Alessandro, dopo aver consegnato le Magnum ordinate da Andrea Agnelli per  omaggiare come da tradizione i suoi giocatori. Abitudine vecchia di sette anni, diventata persino una collezione soprattutto per chi fra Buffon, Barzagli, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio di quel ciclo  vincente non s’è perso nulla. Neanche un sorso. Vecchio amore la Juventus per Aneri, col suo marchio di livello altissimo  nato a Legnago, traslocato anche in Valpolicella prima di fare il giro  del mondo e di soddisfare il palato  anche dei potenti della terra.

«L’Amarone è Dybala, Higuain e Douglas Costa messi insieme, più tanti gol. Ve lo dice uno talmente juventino da perderci il sonno», il parallelo di Aneri, bianconero da sempre. Una nicchia il suo Amarone. Flavio Briatore, che di solito ne acquista un paio di  piccole botti per i suoi ristoranti, una bottiglia l’ha regalata a Donald  Trump non appena eletto presidente degli Stati Uniti. Un classico anche per Putin nei suoi summit ufficiali. Tanto che il premier Paolo Gentiloni, suo ospite il 15 gennaio, al presidente russo ha regalato una Magnum di  Amarone più un chilo di pregiato  caffè Aneri.
«C’è un periodo per ogni vino. Del Brunello di Montalcino, del Barolo, dei grandi toscani. Ma adesso ovunque l’Amarone suona molto meglio di vent’anni fa. Anche nel calcio d’altronde ci sono momenti e momenti», continua Aneri, una vita da juventino piena di ricordi. Come quella maglietta azzurra che l’amico Gaetano Scirea gli diede a  Madrid nel 1982 dopo aver  battuto la Germania e vinto il Mondiale. «È il ricordo più bello di una persona straordinaria, una delle migliori che abbia mai conosciuto. Un giorno quella maglia la consegnerò al museo  della Juve, anche se sarà dura  staccarsene», racconta Aneri, che il vino giusto ce l’ha anche per Allegri. «Lui è un Pinot Nero, non aggressivo come l’Amarone. Uno che piace a tutti. E anche Dybala è un universale», la fotografia di  Aneri fra un aneddoto e l’altro.
Fino al pensiero per l’Hellas, oggi sacrificato sull’altare della festa della Juve. «Verona merita due squadre in Serie A. D’accordo il Chievo, squadra per cui simpatizzo. La città però deve ambire al massimo», la traccia di Aneri, l’assist dell’imprenditore di successo che non s’è mai accontentato.

Sezione: Rassegna / Data: Sab 19 maggio 2018 alle 16:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Anna Vuerich
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