Almeno lui, in mezzo ad una stagione da incubo, ha provato a chiudere con un guizzo. Nicolas non ha certo rovinato la festa alla Juve, ma a Lichtsteiner di sicuro sì. Tiro dal dischetto respinto allo svizzero che sperava di chiudere la sua avventura in maglia bianconera con un gol e onore salvato. «È vero, ho respinto un rigore, ma ormai non contava più niente», abbassa la testa a fine partita il portiere del Verona che esce sconfitto anche dall’Allianz Stadium. «Bello a livello personale, niente di più. Ho guardato i suoi movimenti, come prendeva la rincorsa, ed ho anche avuto un po’ di fortuna. Non ho neanche visto se, poi, Lichtsteiner mi ha lanciato un’occhiataccia. Anche se fosse, è lo stesso». Poco prima, l’addio al calcio italiano di Buffon e l’applauso. «Purtroppo non sono riuscito a vederlo finita la partita», racconta il brasiliano. «Avrei voluto abbracciarlo e fargli un grande in bocca al lupo. È stato uno dei miei modelli, un idolo». Nonostante tutto,

Nicolas non riesce a darsi pace. Troppo brutto il campionato del Verona, troppe occasioni perse e troppo rammarico per provare a guardare i lati positivi.

«Potevamo affrontare in modo diverso le partite che contavano veramente. Ci è mancata la mentalità giusta. Quando non sei sereno di testa, la paghi sempre. Le qualità ce le abbiamo sempre avute, è dal punto di vista psicologico che siamo venuti meno». Una carenza che neppure Pecchia è riuscito a colmare, uno dei tanti errori che hanno segnato il destino dell’Hellas. «Non ci ha detto niente negli spogliatoi. Del resto,

che doveva dirci?», si domanda Nicolas. «Il suo futuro lo deciderà la società. Certo, tutti dobbiamo assumerci le nostre colpe. Io, per primo».

E, la società, deciderà anche il futuro del numero uno brasiliano che ha altri due anni di contratto e potrebbe essere uomo mercato. «Non avrei nessun problema a ripartire dalla Serie B. Sono a Verona da sette anni, è la città dove abito e dove ho gli amici. Per me, riportare l’Hellas a grandi livelli, sarebbe un onore. Certo, se il club avesse bisogno di cedermi per far cassa, farei quel che serve. Se un club non mi vuole, è inutile stare ad impuntarsi. Io, comunque, a Verona ci voglio restare». Questioni da affrontare nelle prossime settimane quando la società dovrà scegliere ds e guida tecnica. Da quel momento, capiremo se

sarà  rifondazione o meno. «L’importante è non mollare», chiude Nicolas. «Ho avuto tanti momenti difficili nella mia carriera, masi deve sempre ripartire. Focalizzarsi sull’obiettivo. Poi, se sarà rivoluzione tecnica o meno, vedremo. Di sicuro, va il mio ringraziamento ai compagni perché è stata dura, ma se non ci fossero stati loro, lo sarebbe stata ancor di più».

Sezione: Rassegna / Data: Dom 20 maggio 2018 alle 20:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Camilla Dalloco
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