«Dieci Maddè, undici Zigoni...». E giù l’apoteosi del pre-partita quando Calvi, storico speaker del Bentegodi, finiva la formazione del Verona. Maddè è stato Mascetti con i baffi, per la generazione che ha applaudito più i «messicani» che i « figli di Bearzot». Dinamismo, classe e quei «piedini» che mettevano il pallone all’incrocio dei pali. Quando allenava la Primavera del Verona si alternava al giovedì dopo la partitella contro la Prima squadra insieme a Lonardi e Bagnoli a calciare in porta a Garella. Una tortura per lui e il secondo di quegl’anni Spuri. Anche per «Garellik» erano dolori. Lì nacque il rapporto di stima con Bagnoli che regalò a Sergio Maddè quattro anni ad alto livello portandolo con sè nelle avventure con Genoa e Inter. IL GENOA DI ANFIELD. «A Genova» ricorda Maddè, «ho vissuto anni importanti da vice-allenatore. Ho ancora alcuni amici in Liguria. C’erano Aguilera, Skuhravy, Branco, Bortolazzi, Signorini, Torrente ed Eranio. Una grande squadra che riuscì a vincere a Liverpool. Quello fu il punto più alto della nostra esperienza. Vincere in uno dei templi mondiali del calcio. Purtroppo dopo aver eliminato gli inglesi i nostri giocatori non si misero d’accordo con la società per i premi e persero la concentrazione. Altrimenti avremmo anche potuto vincerla quella Coppa Uefa. Il miglior giocatore del Genoa? Gli stranieri ma anche Eranio. Un uomo in campo e fuori dallo stesso senza contare le qualità tecniche». Maddè resta a parlare del Genoa che stasera vorrà festeggiare proprio a scapito dei gialloblù la salvezza in casa. «Si, loro sono già salvi perchè lassù a 38 con tante squadre alle spalle sono tranquilli.

Il Genoa è una formazione che si è ricompattata durante la stagione. Cosa che purtroppo non è successa al Verona».

VERONA CREDICI ANCORA. Gialloblù vicini alla retrocessione? «Non ancora» risponde Maddè, «certo considerando persa la partita con la Juve devono vincere le altre. Se arrivassero i tre punti da Marassi potrebbero battere anche la Spal. Dopo sarebbe ancora tutto aperto. La cosa brutta sa qual è?». Non mister, qual è? «Che non abbiamo una punta. Il problema è stato il caso Pazzini e l’infortunio a Kean. Il Verona si era sistemato un po’ dietro ma poi ha perso forza davanti. Credo che la società abbia fatto le sue valutazioni ma forse Pazzini andava tenuto. Pecchia ha dovuto lottare anche contro gli infortuni fra cui quello di Cerci, un elemento che avrebbe dovuto dare un mano decisiva al Verona».

DUE SALVEZZE. Sergio Maddè con il Verona nell’epoca Pastorello ha ottenuto due traguardi importanti. «A dir la verità» ricorda l’ex tecnico, «la prima volta in serie B avevamo una squadra molto forte. Andava solamente registrata. Subentrai a Cagni e le cose andarono bene». Tanto che Pastorello a fine campionato disse a Maddè: «Mister con due settimane in più saremmo saliti in serie A». Cosa che i gialloblù fecero la stagione successiva con Prandelli. «Mentre l’ultima volta» rammenta Maddè, «la squadra aveva qualche problema in più. Effettivamente era molto difficile. Vincemmo le ultime quattro gare salvandoci dalla serie C».

Era il campionato 2003/’04 e quella squadra vinse gli ultimi quattro incontri con Piacenza, Venezia, Pescara e Como. «Ricordo a Come» dice Maddè, «uno stadio tutto gialloblù». In oltre seimila invasero il vecchio Sinigaglia. L’ex «mister salvezza» fatica ad indicare i motivi della stagione deludente del Verona. «Ho visto e non visto quest’anno» dice Maddè, «non lo so. La squadra è rimasta scoperta per tanto tempo in fase offensiva. A meno che non siano cambiate le regole ma nel calcio bisogna far gol per fare i punti. Via Pazzini doveva arrivare un’altra punta da gol. Probabilmente la storia del Pazzo a Verona era già finita e il club ha fatto le sue scelte. Ho visto la partita col Sassuolo. Dura. Non è facile tirarsi fuori. Adesso non devi superare la Spal. Devi solo vincere. Però stasera sarebbe importante che arrivasse questa vittoria. A 28 te la puoi giocare ancora. L’importante è ch esi impegnino e diano il massimo. Credo che il Genoa possa essere un po’ scarico. Qualche errore c’è stato ma non è facile per Pecchia tenere in piedi la baracca. Lui ci sta provando fino alla fine».

Sezione: Rassegna / Data: Lun 23 aprile 2018 alle 17:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Camilla Dalloco
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