Manca solo la matematica ormai, la retrocessione dei gialloblù pare cosa fatta. I primi segni di cedimento di un progetto privo di solide fondamenta iniziano a vedersi già ad inizio campionato: l'addio di Luca Toni, la telenovela Cassano, un mercato condotto quasi senza budget e poi i casi Pazzini, Bessa, Heurtaux, l'infortunio a Cerci. Niente è sembrato andare per il verso giusto. Si aggiungano l'inesperienza di Pecchia, l'immaturità di Kean, le arrabbiature di Bruno Zuculini, i silenzi della dirigenza, quel Buchel tutto da ricostruire. Infine il disastroso mercato di riparazione, con l'acquisto di Matos e Petkovic per sostituire Pazzini e Bessa e la partenza di Caceres. Si aggiungano ancora gli infortuni, quello del giovane Kean su tutti. Si potrebbe andare avanti ancora a lungo ad elencare le colpe e le sfortune di questo Verona, ma la realtà è che sono mancate le fondamenta: è mancato innanzitutto il progetto, poi il gruppo.     

Sezione: Rassegna / Data: Mer 25 aprile 2018 alle 15:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Davide Bellocchio
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