Finisce 3 a 1 fra Genoa e Verona. È la ventitreesima sconfitta della stagione che mette la parola fine al campionato dei gialloblù. Un intero stadio che urla: «Serie B, serie B» in faccia ad un centinaio di tifosi che nonostante l'irritante stagione allestita dal club di via Francia e dai tanti carneadi alternatesi in campo in un sorta di “Grande Fratello” di periferia, dove non c'era neppure più un vip, perchè se ne erano andati tutti molto prima del gran finale. Eppure a Genova c'è stato un moto di orgoglio. La corsa di Fares, la voglia di Caracciolo e forse la più bella partita di Cerci da quando è al Verona. Da oggi il presidente Maurizio Setti potrà programmare il futuro che porta ancora una volta i gialloblù fra le braccia della Diletta del pallone. Un gioco che è sempre più virtuale tranne Genova, dove un presidente come Preziosi nonostante i 41 punti e giocate come quelle di Lapadula e Pandev è costretto a disertare lo stadio perchè contestato.

LA PARTITA

Pecchia rispolvera sulla destra il giovane Bearzotti dopo mesi di panchina. Al centro della difesa ritorna Caracciolo dopo la squalifica. In mezzo l'allenatore gialloblù da ancora fiducia a Danzi, seguito qui a Marassi dalla mamma e dall'ex portiere scaligero, oggi procuratore, Graziano Battistini. A destra del giovane agisce Romulo e a sinistra Valoti. Il tridente offensivo si compone con Fares, Matos e Cerci. L'Hellas impone un ritmo impressionante e sembra che voglia davvero arrivare subito al gol. Dopo due minuti Cerci, che alla fine risulterà essere il migliore, suggerisce per Fares che si presenta a tu per tu con Perin ed invece di impallinarlo col mancino passa sul secondo palo il pallone per Matos. Il brasiliano fallisce il più comodo dei tocchi in porta. Il Genoa non sta a guardare e punisce i gialloblù subito dopo. Medeiros dal limite sorprende Nicolas ma soprattutto la retroguardia gialloblù. Il Verona prova a riorganizzarsi ma i rossoblù sembrano essere padroni del campo. Pecchia sposta lateralmente Cerci che appena può innesca le azioni d'attacco dei gialloblù. Ad un minuto dalla fine dopo alcuni minuti di possesso palla l'Hellas ha la palla dell'uno a uno. Se ne va sulla destra Matos che fa forse la cosa più bella della sua partita. Si beve un paio di avversari e centra. Sulla sfera si avventa a colpo sicuro Valoti che però viene rimpallato da Perin. Palla viva che finisce sulla testa di Romulo che da due passi si mangia il punto della parità. Si va negli spogliatoi con la consapevolezza di poter quantomeno riequilibrare l'incontro.

CI PROVA CERCI

 Il secondo tempo si apre nel segno dell'ex granata. Incontenibile sulla fascia ed astuto a tagliare in due una distratta difesa del Grifone. Si accentra finta il tiro col mancino e serve sue palloni da Valoti prima e Matos poi. Purtroppo nel primo caso l'ex del Livorno perde l'istante buono e Perin neutralizza mentre Matos svirgola alla “Raducioiu” da buona posizione. Cerci è fondamentale al 19esimo quando una sua conclusione viene respinta col braccio da Hiljemark. L'arbitro non ha dubbi: rigore. Ammonizione per il rossoblù e Romulo va sul dischetto. Palla nell'angolo e meritato uno a uno per il Verona.

ROVESCIALA

Solo Cerci poteva rovesciarla. Pecchia prova a dargli una mano mandando in campo Verde e Petkovic. Al posto di Souprayen e Matos. Il Genoa prova a reagire ma un'accelerazione di Verde mette paura a Perin. Sarà, purtroppo, l'ultimo sussulto dell'Hellas. Ballardini manda in campo l'ex Bessa che firma la rete del 2 a 1 nel più classico dei copioni del gioco del calcio. E pensare che la conclusione precedente che ha generato poi il gol del brasiliano stava finendo in fallo di fondo. Bessa esulta, non in maniera scomposta, ma è la Nord che intona un «Serie B» da un milione di decibel. Un altro contropiede nel finale per l'Hellas che con una serie di passaggi infiniti si perde proprio davanti a Perin. Ma chi tira? Ah, sì Goran Pandev ma dall’altra con l’attaccante così che segna il terzo gol con un pallonetto alla Del Piero per una festa tutta rossoblù.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 24 aprile 2018 alle 11:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Enrico Lamonea
vedi letture
Print