La festa è della Juve. I pensieri del Verona già protesi nel futuro. La partita in casa dei Campioni d’Italia non rappresentava nulla per l’Hellas. Solo un invito ad un party dedicato ad altri. Andrea Danzi, però, è ragazzo sul quale spendere parole buone per il domani. Promosso, quasi da tutti, al cospetto dei campioni bianconeri. Essenziale. Per nulla timoroso. Non patisce la pressione ambientale di uno stadio in rapida ebollizione.

Il timbro è, invece, di Alessio Cerci. Un lampo. Dentro ad una gara comunque generosa. Nella quale il fantasista entra ed esce. Sintesi di una stagione che ha regalato momenti di lunga attesa a colpi di genio. E poi c’è Nicolas, costretto, per forza di cose, ad essere protagonista al cospetto di chi ha sempre comandato la serie A. Reattivo. E non doveva essere altrimenti, quando la Signora decide di fare festa e regalare un boato al suo popolo.

Due palloni gonfiano la rete. Non sempre perfetto. Ma si riscatta sul rigore calciato da Liechtsteiner. A modo suo rende “accettabile“ il viaggio in terra sabauda dell’Hellas. Che esce con l’onore delle armi da una partita che la Juve pensa solo ad accarezzare. Finale decisamente da dimenticare per Aarons, bocciato su tutti i fronti. Impietosa la media voto che lo manda dietro la lavagna: cinque secco. E giornata in salita pure per il giovane Bearzotti.

CHI RIDE... ALESSIO CERCI: COLPO D’ORGOGLIO. La palla che passa e lui che trova il tempo per graffiare la Signora. Servirà magari poco. Lascia il ricordo di attese e colpi di genio.

CHI PIANGE... ROLANDO AARONS: PRESENZA IMPALPABILE. Non riesce proprio ad entrare in ritmo partita.  Cerca più volte di accendersi ma resta fuori dai giochi. Non graffia e non incide mai.

Sezione: Rassegna / Data: Lun 21 maggio 2018 alle 16:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Camilla Dalloco
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