Antonio «Tonino» Logozzo arrivò a Verona nell’ottobre del 1976. Aveva ventidue anni ed era passato dall’Acireale in serie all’Ascoli in serie A insieme all’altro terzino storico Anzivino. Appena arrivò a Veronello (il Verona si allenava lì dove oggi c’è il Chievo ndr), fu vittima di Zigoni. «Una volta dissi a mister Valcareggi, ma come mai non c’è Zigo?» racconta Logozzo. «Lui mi rispose dicendomi: scusa ma tu chi sei?». Ride Logozzo. «Mister che fa? Gli risposi. Mi prende per il c...?». E a quel punto? «Valcareggi mi disse: quando avrai fatto quello che ha fatto lui potrai parlare». Eppure Logozzo giocò più di ottanta partite in serie A col Verona, senza segnare un gol.

Come mai?

Allora c’era più ordine in campo. Ero veloce e dovevo non far segnare gli altri. Mi completavao con Klaus Bachlechner. Sfiorammo la Coppa Uefa in quell’anno. Verona fu eccezionale per la mia carriera. Pensate poi venni ceduto alla Sampdoria di Mantovani per 600 milioni di lire. Un botto per quei tempi.

Cosa ricordi?

Tutto. Tanti amici che mi chiamano ancor oggi. Andavamo a mangiare da Roberto al Calmiere e dall’amico di Zigo e Busatta, lo chef Sebastian. Giocavamo a carte con Fabio Testi, l’attore. E poi c’era Mascetti. Uno dei giocatori più forti che ho visto. Il calcio era diverso, la vita era diversa. Eravamo amici fuori dal campo. Stessi posti, stesse abitudini. Si giocava per la gente. Oggi è un’altra cosa.

L’avversario più temibile?

Paolo Pulici. Ricordo in un Verona-Torino arrivò un pallone impossibile sul vertice dell’area, tirò e fece gol di sinistro al volo. Lui era imprevedibile. Non potevi distrati un minuto. Poi Boninsegna, Bettega e Pruzzo. Io non avevo grossi problemi perchè ero veloce e giocavo di anticipo. All’epoca eravamo una bella squadra. Poi Garonzi mollò e quando manca la società son dolori. Coincidenza feci forse il mio miglior campionato quando retrocedemmo nel 1979. Poi la Samp, il Cagliari, il Bologna e il Catanzaro. Ho fatto quattrocento partite far serie A e B. Non mi posso lamentare. Oggi faccio il nonno ed il calcio mi riempie ancora la vita grazie alle amicizie di quegli anni. Sento ancor ai miei ex compagni e pure gli avversari di un tempo. Boninsegna, Zigoni, Superchi, Graziani, Brio, Amenta e Della Bianchina. C’erano meno interessi e più amicizia.

Il Verona è retrocesso...

Ci sto ancora male. Mi credi? Verona mi è rimasta dentro. Però ero preparato, purtroppo. I tifosi meritano qualcosa di diverso. È stato un flop annunciato. Troppo deboli in tutto. Cacia vorrebbe tornare, lui è calabrese come Logozzo... Si vede che stiamo bene a Verona. Lui e Pazzini in questa B fanno ancora venti gol a testa. Però insieme a questo due ci dev’essere un giovane attaccante per il futuro.

Grosso prossimo allenatore?

Ho letto, anch’io. L’importante è il club. Deve programmare e avere entusiasmo. Ho visto il Verona dal vivo solo un paio di volte. Non c’era entusiasmo.Hellas, ti prego rialzati. Un gialloblù che piace a Logozzo... Valoti non è male. Se fosse più convinto dei propri mezzi sarebbe stabilmente in serie A.

Logozzo oggi che fa?

Sono pensionato e faccio il nonno a tempo pieno. Sono anche il presidente del Gioiosa la mia squadra che milita in Promozione. Ho una casa sul lungomare ma ci sono i miei nipotini, perchè a me piace di più stare in campagna o in montagna. Quando ero al Verona con mio cognato Angelo Stoppa facevamo grandi passeggiate e grigliate dalle parti di Beccacivetta.

Un rimpianto da calciatore?

Non aver giocato anche da avversario con Marco Van Basten. Forte, tecnico ed elegante.Una volta andai a Roma a vedere il Milan dei tre olandesi. Che spettacolo, ma non ditelo a Zigoni se no si offende...

Sezione: Rassegna / Data: Dom 10 giugno 2018 alle 10:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Enrico Lamonea
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