Correva il 22 settembre e sotto il sole di Crotone un convincente Verona annunciava ufficialmente la sua candidatura alla Serie A. Che illusione. C’è voluto il ritorno al Sud, e in una fredda serata, per rivedere l’Hellas vincere in trasferta, e comunque ritrovare quei tre punti che mancavano dal 27 ottobre (2-1 al Bentegodi col Perugia). Che sia una squadra da A, però, è meglio aspettare a dirlo, perché serve la continuità. Di sicuro è stata una bella vittoria, arrivata perché oltre alla solita buona organizzazione, al possesso palla e ai passaggi riusciti (due dati che vedono l’Hellas in vetta al torneo), sono anche state costruite diverse occasioni da rete. E in più il bomber di casa Coda ha voluto anticipare il Natale facendo un regalo che Silvestri non si sarebbe mai immaginato.

FISCHI AL BENEVENTO. Due alibi per il Benevento. Il primo è quello di aver dovuto giocare  in dieci quasi tutto il secondo

tempo, per il secondo giallo a un irriconoscibile Costa. Il secondo è l’errore di Coda, che 3’ dopo il gol del Verona ha avuto il rigore (mani di Lee in barriera) per pareggiare: il capocannoniere di Bucchi (7 gol) ha deciso di fare il cucchiaio, ma è stato un disastro perché Silvestri è rimasto fermo e si è trovato il pallone tra le mani. In generale però il Benevento ha giocato male, senza una vera regia (Viola infortunato, Nocerino in panchina) e senza riuscire a superare la difesa altissima del Verona: nessuno dei trequartisti di Bucchi è riuscito a buttarsi negli spazi. Eppure nel primo tempo tre buone occasioni sono arrivate (Tello e Coda a lato, Bandinelli parato), mentre nella ripresa solo un diagonale di Improta (oltre al rigore scellerato) ha fatto gridare al pari. Male. E il saluto negato dalla curva alla squadra dopo il fischio finale la dice tutta.

CRESCITA VERONA Anche al Verona mancava il regista. Grosso ha inventato Gustafson, che ha fatto il suo, e ha lanciato il 19enne Danzi come mezzala. Scelte coraggiose, che hanno pagato. Il Verona ha fatto la solita partita con tanto possesso palla, cercando di scatenare Matos e Lee che hanno messo in ambasce la difesa di casa, con Di Carmine marcato dai tre centrali ma comunque insidioso: clamoroso però l’errore al 22’, quando a due metri dalla porta s’è buttato di pancia per appoggiare in rete una palla che invece è finita alta. Nella ripresa il coraggio è aumentato e dopo un tiro di Lee che ha colpito il palo esterno è arrivata la rete: punizione di Balkovec respinta da Montipò, che ha detto di no anche alla prima ribattuta di Di Carmine ma non alla seconda, di testa, di Matos. In 11 contro 10 il Verona ha gestito bene la situazione, sfiorando il 2-0 in contropiede con Crescenzi e lo stesso Matos. Comunque la vittoria è arrivata: sarà quella della svolta?

Sezione: Rassegna / Data: Lun 10 dicembre 2018 alle 11:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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