La Var è la migliore amica degli arbitri e nonostante qualche normale passaggio a vuoto (siamo in una fase
sperimentale) è impensabile ritornare indietro o peggio teorizzare un calcio senza tecnologia. Basta dare un’occhiata al
report (un numero spiega più di mille parole: la percentuale di errore dei nostri fischietti è passata in una stagione da
5,78% a 0,89%) diffuso ieri da Lega di A e Federcalcio per capire il passo in avanti in termini di credibilità del nostro campionato: giusto un anno fa si decideva di accelerare sull’introduzione della Var, prendendosi un bel rischio essendo il meccanismo tutto da scoprire.
E invece in 12 mesi il risultato ottenuto è andato ben oltre ogni ottimistica aspettativa, dando una spinta decisiva per l’introduzione della tecnologia anche in altri Paesi europei (Spagna e Francia, soprattutto), prima scettici e adesso in scia all’Italia. Tutto questo alla vigilia del primo Mondiale della storia disputato con il paracadute della tecnologia, con la
Fifa di Gianni Infantino ben contenta di aver spinto su questa strada.

CONTROLLO
Dicevamo del report, pieno di numeri positivi per la Var. In totale sono state 397 le partite (tra campionato e Coppa Italia) controllate dalla tecnologia: nel setaccio degli arbitri messi ai monitor sono finite ben 2023 situazioni. In molti di casi si è trattato di check silenti (con la conferma di quello deciso in campo), mentre 117 volte l’intervento ha portato a delle correzioni decisive per il risultato, con una media di 3,39 a match. Tutto questo tenendo sempre a mente lo slogan che ha accompagnato la sperimentazione: «Minima interferenza per il massimo beneficio». E il massimo beneficio c’è stato eccome: gli errori degli arbitri nella stagione 2016-2017 (senza Var) si erano attestati al 5,78%; un anno dopo le cose sono migliorate in modo evidente e le sviste scese allo 0,89%. Una percentuale irrisoria che secondo arbitri, Lega e Figc può e deve diminuire. Convinzione spiegata così nel report: «Considerando che il piano strategico inizialmente prevedeva l’introduzione della Var per la A 2018/19 e per il 2017/18 solo l’uso dagli ottavi di finale della Coppa Italia, l’anticipazione di
un anno della start up ha reso ancora maggiormente significativo il risultato ottenuto». E quindi con l’esperienza accumulata si gratterà ancora quello 0,89% di sviste.

NUMERI
Scendendo nel particolare, scopriamo come sono state ripartite le 117 correzioni effettuate grazie alla tecnologia:
hanno riguardato 59 volte i rigori (tolti e dati), 16 le espulsioni (gioco violento) e 42 i gol (convalidati e annullati).
Un dato positivo riguarda il tempo impiegato per una decisione della Var: nelle prime 3 giornate di campionato la macchina era ancora in rodaggio e ci si metteva una media di 1’22’’. Dalla quarta in poi il miglioramento è stato evidente e alla fine il cronometro segna 31’’5. Tutto questo non ha inciso in modo significativo sullo
svolgimento della partita, anzi. Perché se rispetto alla stagione precedente (senza tecnologia) il recupero è aumentato
di 13’’, va sottolineato come sia cresciuto il tempo effettivo (+43’’, da 50’30’’ a 51’13’’). Poi ci sono gli effetti collaterali (positivi) della Var: in calo le ammonizioni (-12,3%), le espulsioni (-7,1%), le proteste (-17,5%), ma soprattutto le simulazioni (-35,3%). Si è passati, ad esempio, da 11 rossi per proteste della passata stagione a uno solo nel primo
anno tecnologico. Ci sono poi le linee guida per la nuova stagione: uno degli obiettivi sarà la maggiore uniformità nell’uso
della Var, cercando di restare fedeli al protocollo che parla di «errore chiaro ed evidente»; poi si tenterà di ottimizzazione
sempre di più i tempi per evitare sovrapposizioni fra la revisione dell’arbitro al video e quello in campo; ci sarà infine
l’introduzione di un software Hawk Eye per posizionare la linea del fuorigioco con il sistema tridimensionale al posto di
quello bidimensionale. La novità sarà già usata al Mondiale.

COMMENTI
Visti i numeri, è stato facile per i vari responsabili commentare il report. «Il lavoro di squadra con Lega A e
Aia ha permesso di raggiungere risultati molto positivi - ha sottolineato il commissario straordinario Figc Roberto Fabbricini -, confermato il valore della nostra classe arbitrale e consentito all’Italia di rivestire un ruolo sempre più centrale nel sistema internazionale». Contento Roberto Rosetti, responsabile del progetto Var per la Lega di A e anche per la Fifa:
«Risultato straordinario, ma possiamo ancora migliorare sia dal punto di vista tecnologico, sia nella comunicazione ai tifosi». Gli fa eco il designatore Nicola Rizzoli: «Gli arbitri hanno dimostrato un alto livello di applicazione e interpretazione, integrandosi col sistema tecnologico. I margini di miglioramento lasciano spazio a molto ottimismo per il futuro».

Sezione: Rassegna / Data: Sab 09 giugno 2018 alle 15:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Ilaria Lauria
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