Più saggio e più ordinato: senza fare cose clamorose il Verona ritorna dalle parti della zona promozione diretta, soffrendo solo nel finale. Tutto giusto, quindi. Il Perugia invece s’inchioda dopo due vittorie di fila, svegliandosi troppo tardi. E’ l’unica a non avere ancora pareggiato una partita nel 2019: squadra bipolare e l’assenza di Sadiq non può giustificare una serata così balorda.

MEGLIO IL VERONA Nesta sceglie la prudenza e mette il giovane nigeriano Kinglsey, una mezz’ala, a fare la seconda punta accanto a Melchiorri, lasciando Han in panchina e rimandando a dopo il derby coreano. E’ un segnale del tipo di gara che sarà: il Perugia guarda il Verona giocare, si chiude nella metà campo per ripartire in contropiede ma senza troppa convinzione. Verre, il centro di gravità permanente, soffre la marcatura intelligente di Gustafson e non riesce a costruire come dovrebbe. Anche Carraro, schierato davanti alla difesa a dirigere il traffico, viene limitato da Henderson. Meglio il Verona per 45 minuti, e anche dopo: vivace e reattivo. Inaridite le fonti del gioco avversario, può fare quello che gli riesce meglio: il possesso palla. Lee saltella leggero sulla sinistra, costringendo Rosi a presidiare la zona di competenza e poi va a scambiarsi con Laribi dalla parte opposta per non dare punti di riferimento. L’osservato speciale della serata, Di Carmine, 90 partite e 38 gol in due anni e mezzo col Perugia, forse sente il momento e si limita al minimo. Insomma, una partita incartata. L’unico brivido è un contatto (molto dubbio) Gyomber-Dawidowicz nell’area del Perugia, per il resto c’è poco da ricordare: le incertezze di Gabriel, qualche errore di troppo di Verre, la mira sballata di Kingsley che manda alto un suggerimento di Falzerano. Il Verona ha un’evidente supremazia a centrocampo, ma non concretizza: con Di Carmine che gira a vuoto, tocca a Faraoni, controllato a fatica da Dragomir, tentare il tiro tre volte da fuori area.

SI SVEGLIA TARDI Il Perugia decide che è il momento di darsi una mossa e comincia il secondo tempo in un altro modo. Pronti via, gran palla di Mazzocchi per Kingsley che controlla male e stramazza in area: simulazione. Ma è una fiammata, perché il Verona riprende subito il suo gioco lento, ma efficace. Al minuto 9 passa: angolo di Laribi da destra, Bianchetti arriva da destro, ruba il tempo a Carraro e batteGabriel.Gran gol, da centravanti vero. Il numero 600 di questo campionato, escludendo il 3-0 a tavolino sempre del Verona a Cosenza. Il Perugia accusa il colpo. E dopo 6 minuti l’Hellas raddoppia: Bianchetti fa partire l’azione, doppio velo di Di Carime e Lee, palla a Henderson. Tiro non irresistibile e Gabriel conferma la sua serata infelice. Nesta interviene (troppo tardi?) e mette una punta di ruolo: Han. Poi anche Grosso cambia perché non vuole rinunciare alla tradizionale staffetta: Pazzini per Di Carmine, ex spaesato. E infine Nesta smonta il suo apatico attacco: Vido per Melchiorri. Nel finale si vede il Perugia migliore: paratona di Silvestri su Carraro, poi Verre dà segni di esistere e fa il 2-1 a suo modo, con uno splendido slalom in area. Ma è troppo tardi.

Sezione: Rassegna / Data: Sab 09 marzo 2019 alle 10:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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