Mette la testa a posto, stavolta il Lecce non sbaglia, riscattando subito la scoppola subita a Cittadella. Andrea La Mantia e Fabio Lucioni firmano, appunto con colpi di testa, la vittoria sorpasso sul Verona, che accorcia le distanze solo nel recupero, con un cross di Laribi che il portiere Vigorito goffamente «spinge» alle sue spalle. Mancosu e compagni così avanzano in classifica, al quarto posto con il Pescara, però con una partita in meno (recupero con l’Ascoli) e a soli due punti dal Benevento, secondo.

EMERGENZA Grosso deve rinunciare a un’intera squadra, sono ben undici gli assenti. Rispetto al successo contro la Salernitana, c’è la novità Almici (al posto di Colombatto). Anche Liverani deve fare i conti con defezioni importanti: oltre a Scavone e Bovo, mancano anche Tabanelli e Palombi. Al rientro, in difesa Venuti, a centrocampo trova subito spazio lo sloveno Majer (dopo l’esordio part­time a Cittadella), e tornano dall’inizio Mancosu e Falco (per Haye e Tumminello).

A SCACCHI E’ proprio Majer l’effetto sorpresa nel 4­3­1­2 del Lecce: gioca spesso a un tocco e dimostra di essersi subito inserito negli schemi di Liverani, cambiando continuamente posizione e cercando l’incursione sino all’area avversaria. Sull’altro fronte, Grosso propone un 4­3­3 che si evolve nel 4­ 1­4­1 e nel 4­2­4, per le efficaci sovrapposizioni di Faraoni che, alternandosi con Lee sulla fascia destra, dà pochi riferimenti agli avversari. La sfida è piacevole, con ritmo elevato e ripartenze che puntano a rifornire i rispettivi terminali, La Mantia e Pazzini. Il centravanti giallorosso impegna il portiere Silvestri, poi Faraoni e Lee si rendono pericolosi. Il Lecce può contare su un La Mantia sempre più leader: difende palla, fa salire la squadra ed è sempre insidioso. Con un’incornata costringe Silvestri alla deviazione e al 34’ sblocca il risultato: cross al bacio di Mancosu e La Mantia di testa (con Vitale che fa la bella statuina) non dà scampo al portiere. I gialloblù hanno una reazione immediata, Pazzini si esibisce in una spettacolare voleè di destro, neutralizzata da Vigorito. Poi, nel giro di due minuti, il Verona protesta: al 37’ per un presunto tocco con un braccio, in area, di Tachtsidis su Gustafson e, a giusta ragione, al 38’ per un fallo di mano, a centrocampo, di Lucioni, che sarebbe da ammonire. L’arbitro non interviene e, su segnalazione del quarto uomo, Rapuano, espelle l’allenatore Grosso, per proteste.

TESTONE LUCIONI Nella ripresa la formazione salentina tenta di chiudere subito il conto. La Mantia perde l’attimo buono, replica Pazzini che manda di poco a lato. Al 7’ il Lecce raddoppia: su punizione pennellata da Petriccione, Lucioni sorprende Dawidowidcz e Bianchetti e s’inserisce, facendo centro con un colpo di testa. I giallorossi si esaltano nelle ripartenze, Mancosu e Falco fanno tremare Silvestri. Grosso ci crede e, sistemato in tribuna stampa, grida: «Mancano 10 minuti, siamo in partita: facciamo un gol...». Già, ci vorrebbe un sussulto, una scossa, per tornare a sperare. Dopo un’occasione sprecata nel recupero da Tupta, arriva la rete, troppo tardi, al 49’: ma è un gollonzo, su un innocuo tiro­cross di Laribi, il portiere Vigorito quasi accompagna la palla alle sue spalle.

Sezione: Rassegna / Data: Mer 27 febbraio 2019 alle 12:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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