Chissà dove si è nascosta la Sampdoria. Chissà cosa passa per la testa dei giocatori blucerchiati. Perché si può giocare male, si può perdere, si può essere ultimi con appena 3 punti in 7 partite, ma non si può trasmettere una sensazione di inadeguatezza tecnica come è invece accaduto ieri al Bentegodi. Il Verona ha vinto con merito una partita che ha dovuto solo amministrare dopo il gol iniziale di Kumbulla. È stato un successo facile perché la Samp ha giocato con un briciolo di ardore e convinzione solo una decina di minuti nella ripresa. Silvestri ha fatto due belle parate ed è stato inevitabile chiedersi come mai per oltre un’ora i blucerchiati abbiano faticato a fare tre passaggi di fila condannando il proprio allenatore a un esonero sempre più probabile.

Colpa di tutti La situazione di Eusebio Di Francesco è quasi disperata. Il presidente Ferrero ha accennato alla necessità di riflettere per qualche ora prima di prendere una decisione. I nomi di Pioli (favorito) e Iachini circolano da giorni, ma in attesa della sentenza del presidente è il caso di chiedersi cosa non abbia funzionato e perché. Le colpe, naturalmente, non sono tutte dell’allenatore: anzi, ha più responsabilità una società che ha indebolito l’organico, non ha soddisfatto nemmeno parzialmente le richieste di Di Francesco e ha sottovalutato le ovvie difficoltà che avrebbe incontrato Quagliarella dopo il titolo di capocannoniere (finora un solo gol su rigore e ieri una preoccupante sensazione di scoramento e scarsa condivisione del progetto). Ieri, poi, sono emersi ancora una volta i limiti caratteriali e tecnici di una rosa priva di personalità, che crolla di fronte al primo episodio negativo e che non ha recepito le direttive tattiche di Di Francesco, che anche al Bentegodi si è sbracciato più volte per dettare le giocate e i movimenti e che a volte si è coperto sconsolato il viso con le mani quasi non volesse vedere cosa la sua squadra stesse producendo. 

Errore arbitrale A dimostrazione che si tratti di un periodo nero, c’è anche il grave errore arbitrale in occasione del primo gol: l’angolo spedito da Veloso sulla testa di Kumbulla non sarebbe dovuto essere concesso perché Stepinski era nettamente in fuorigioco sul passaggio di Amrabat (ma la Var non poteva intervenire perché l’azione si era conclusa con il corner spedito da Veloso). Ma era il 9’ del primo tempo, ci sarebbe stato tutto il tempo per recuperare. E invece il primo tiro doriano nello specchio della porta è arrivato al 24’ della ripresa. Il primo tempo è stato di una pochezza imbarazzante e nella ripresa solo gli ingressi di Caprari e Rigoni hanno un po’ vivacizzato la manovra. Probabilmente Di Francesco non è stato capace di farsi capire e seguire, ma i vari cambiamenti tattici e d fformazione dimostrano come il tecnico abbia fatto di tutto per migliorare la situazione in questi mesi.

Verona solido Il Verona è stato bravo a sfruttare la situazione, a vincere i duelli a centrocampo, a ripartire quando possibile, a convertire in gol due calci piazzati anche con un pizzico di fortuna (deviazione decisiva di Murru sulla punizione di Veloso). Ma il grande merito dei gialloblù è stata l’intraprendenza iniziale, la voglia di aggredire. Nel momento in cui la Sampdoria ha accennato una reazione anche solo per disperazione, il Verona si è chiuso con ordine concedendo poco e legittimando un successo prezioso. Dalla sua squadra Juric pretende solidità, una qualità che alla Sampdoria manca completamente.

Sezione: Rassegna / Data: Dom 06 ottobre 2019 alle 09:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
vedi letture
Print