Della Sicilia porta dentro di sé la luminosità di una terra in cui il sole e il mare si abbracciano. Del Veneto - scrive La Gazzetta dello Sport - ha preso il cipiglio di una regione che fu «bianca» e che in cima alla piramide dei valori mette la fatica del lavorare. Antonino Ragusa è partito da Trappitello, dai suoi campi colmi di agrumeti e di olivi, con il sogno di diventare un calciatore. Ha preso le borse ed è salito a Treviso. Dagli autunni tiepidi del messinese all’inverno freddo di una città tra le più ricche dell’opulento Nord-Est. Era il 2006. Tonino aveva sedici anni e una gran voglia di correre. Non si è ancora fermato. A Verona vuole andare ancora più veloce.

Ci fu il Treviso, dunque, per primo. Folleggiava, nella formazione Primavera, tra gol e fantasia, in coppia con Gianmarco Zigoni, il cui babbo, Gianfranco, all’Hellas è un mito talmente grande da essere invocato ancora oggi nei cori dei tifosi, trascorse quattro decadi da quando disputò la sua ultima partita in gialloblù.

Zigo junior è al Venezia, e domenica il Verona andrà al Penzo, con Ragusa primo candidato a prendere il posto di Ryder Matos, infortunato, nello scacchiere offensivo impostato da Fabio Grosso.

Tonino, che è passato anche dal Vicenza, prosegue nel giro del Veneto: ritroverà un amico e avrà la voglia matta di fargli uno scherzo, con uno di quei colpi d’estro che ha imparato a mandare a memoria nei giorni innocenti di Trappitello.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 16 ottobre 2018 alle 10:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Ilaria Lauria
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