Dalle parti di Trigoria devono avere una specie di stampino. O forse, solo una particolare predilezione per quel tipo di giocatori, tutti possibili eredi dell’idolo Bruno Conti. Mancini, tecnici, veloci, funambolici. Negli ultimi anni, da lì ne sono usciti un paio niente male: prima Matteo Politano, poi Daniele Verde. Due linee quasi parallele distese sulla fascia preferita, di solito la destra (anche se stasera il veronese si dovrebbe sistemare a sinistra, perché di là c’è il «capostipite» Cerci, altro ex romanista mancino). Entrambi sono cresciuti nel settore giovanile giallorosso, a tre anni di distanza l’uno dall’altro, quelli che separano la loro data di nascita. Politano con la Roma ha conquistato uno scudetto Primavera, ma non è mai riuscito a esordire in prima squadra: oggi dei due è sicuramente più quotato, ma il suo percorso è stato più lungo. Ha iniziato da professionista a Perugia in Prima Divisione (la Serie C di oggi), poi Pescara e infine Sassuolo dove sta diventando grande. Verde, invece, con la «Maggica» ci ha giocato. Di più, impressionò alla sua prima partita da titolare (la terza in assoluto in A), a Cagliari, quando Rudi Garcia, stagione 2014-15 - mentre Politano si  faceva le ossa in B a Pescara con Oddo -, lo schierò dall’inizio a Cagliari, e il giovanotto rispose con due assist, splendido il primo con uno scavetto per Ljajic. Poi anche lui ha dovuto costruirsi la carriera, tra Frosinone, Pescara - di nuovo stesso approdo di Politano un anno dopo - e ora Verona.

PARALLELI. Le linee parallele proseguono: a gennaio, quando Politano sembrava destinato a rinforzare il Napoli, il Sassuolo aveva pensato proprio a Verde per sostituirlo. Le caratteristiche, del resto, più o meno sono le stesse. Poi ci fu, pare, il disturbo della Juve sulla trattativa di De Laurentiis: il club bianconero aveva proposto un provino in gioventù a Verde, ma non se ne fece niente per colpa della neve. Le rette parallele sono destinate a incontrarsi stasera al Bentegodi, secondo confronto diretto tra Daniele e Matteo dopo quello dell’andata al Mapei Stadium. Lì, a far festa era stato il più giovane Verde, autore del secondo gol dell’Hellas, che a Reggio Emilia conquistò la sua prima vittoria in trasferta.

I NUMERI. Ultimamente, però, sta parecchio meglio Politano, che nel frattempo ha imparato a muoversi bene anche da seconda punta: il suo conto parla di 7 gol stagionali, suo record in carriera, e partecipazione a 5 degli ultimi 6 gol del Sassuolo (4 segnati da lui, con doppietta nell’ultima contro il Benevento, più un assist), percentuale realizzativa del 14%. Verde, anche perché più giovane, è ancora nel processo di maturazione e non riesce ad avere la stessa efficacia: 2 gol e 8% di realizzazione, però - pur tentandone di

meno - ha dimostrato di avere una confidenza maggiore con il dribbling (21 riusciti su 31 tentati). Politano cerca l’uno contro uno con insistenza anche maggiore, è una delle sue caratteristiche principali, ma gli sono riusciti 59 dei suoi 113 dribbling. Di certo, stasera, ai piedi mancini di Verde e Politano sono affidate le chiavi più levigate nel mazzo che deve aprire le porte della salvezza per Hellas e Sassuolo. Per i gialloblù è forse l’ultimo treno per evitare la retrocessione, i neroverdi devono evitare di cadere per farsi risucchiare.

Sezione: Rassegna / Data: Mer 18 aprile 2018 alle 11:00 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Camilla Dalloco
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