Dopo il pareggio con la Cremonese l’umore di Setti era scuro. Non gli era piaciuto l’atteggiamento della squadra. Aveva preferito non parlare, all’uscita dal Bentegodi, ed era salito in macchina di fretta. Poi è arrivato il pomeriggio disastroso del Rigamonti. In questo caso, Setti ha lasciato il proprio posto in tribuna al momento del gol del 4­1, segnato da Ernesto Torregrossa, e non ha assistito alla rete, vana, di Giampaolo Pazzini. L’unica via percorribile, a quel punto, era il cambio. O almeno così pareva, perché in realtà, per abitudine e filosofia, Setti non è orientato ai ribaltoni in corsa. L’ha fatto, faticosamente, nel 2015:i6 punti in 14 turni costarono l’addio ad Andrea Mandorlini, che pure veniva da cinque anni di successi. E Fabio Pecchia è stato in discussione dalla metà del campionato di B poi concluso con la promozione a quello, sventurato, che ha riportato giù l’Hellas. Che l’esito, stavolta, potesse essere differente sembrava probabile. Non è stato, perlomeno per adesso, così, ma soltanto oggi arriveranno le conferme definitive.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 13 novembre 2018 alle 10:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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