In campo si presenta puntuale, alle 15.30, e già questo potrebbe essere un indizio. E poi c’è la forma fisica, che non sarà proprio perfetta ma che è comunque buona - scrive La Gazzetta dello Sport - considerando l’assenza di oltre due anni da una partita ufficiale. Vuoi vedere che stavolta Antonio Cassano fa sul serio? La gente di Chiavari ci crede: sono venuti in 500 in questo lunedì pomeriggio di inizio ottobre, la tribuna centrale del Comunale era quasi piena.

Hanno voluto vederlo da vicino, incoraggiarlo, applaudirlo nel primo allenamento (a porte aperte) con l’Entella, la squadra che gli vuole dare la possibilità di tornare a giocare, lui che non scende in campo in una gara vera dal maggio 2016, ovvero dal derby perso malamente (3-0 per il Genoa) con la maglia della Sampdoria.

 

TALENTO Ora manca solo l’ultimo step, non banale: la firma del contratto. Lui e il presidente Antonio Gozzi non si sono dati una scadenza, in pratica si vive alla giornata. «Ma questo non è importante — dice lui — quello che conta oggi è che io sia venuto ad allenarmi qui, cosa che mi rende molto felice: mi sono risentito calciatore. Non abbiamo vincoli contrattuali. Fra un po’ ci siederemo davanti a un piatto di carne e decideremo. In tre-quattro settimane conto di essere in una forma fisica buona. Io ho una fortuna: so giocare a calcio, se avessi avuto questa testa venti anni fa avrei potuto giocare sulla luna. Il talento mi fa arrivare velocemente al top e a quel punto posso fare la differenza. Almeno credo... Sono venuto qui per dimostrare alla mia famiglia che il Cassano uomo è cambiato e anche per dare una mano a un amico, il presidente Gozzi, che ringrazio per l’opportunità che mi sta dando».

L’imprenditore ligure è arrivato da New York per assistere all’allenamento. Si è seduto sulla panchina a bordo campo e ha visto l’allenatore Roberto Boscaglia e i suoi collaboratori che davano ordini a tutti. Anche a Cassano.

«Chiaramente non è ancora al top — ha detto Gozzi ma il futuro è in mano a lui. Se ci viene ad aiutare ci fa solo felici, quello che mi fa ben sperare è che lui vuole dare a sua moglie e ai suoi figli un’immagine diversa di se stesso».

 

LA GIORNATA Cassano è arrivato intorno alle 14 allo stadio sulla sua Mercedes nera, ha salutato tutti, si è cambiato e poi è sceso in campo. Sotto un sole caldo (25 gradi), ha cominciato con una corsetta blanda, poi i soliti esercizi col pallone e senza. Dopo si è staccato dal gruppo e si è allenato con il solo Mattia De Rigo, giovane della Berretti. Infine la classica partitella in famiglia, nella quale ha regalato due assist al bacio, per la gioia dei compagni.

«Qualcuno di loro mi ha chiesto l’autografo, qualcun altro una foto: una sensazione strana, perché alcuni potrebbe essere miei figli. Gli ho fatto capire che fra me e loro non ci deve essere differenza, mi possono anche dare dei consigli senza problemi. Comunque se posso farli sorridere lo faccio volentieri in un momento come questo».

Eh sì, perché oggi al Tar si deciderà il destino dell’Entella, che al momento è in Serie C (ha giocato solo una gara, vinta contro il Gozzano) ma che potrebbe essere ripescata in B. Come si augura naturalmente anche Cassano.

«Quello che è successo è una cosa fuori dal mondo — ha detto ancora Fantantonio — L’Entella merita la Serie B, ma la mia permanenza non è legata alla sentenza. In B o in Serie C, se il presidente vuole io ci sarò».

 

NAZIONALE E TOTTI Cassano poi ha spaziato a tutto campo, come gli piace fare quando ha il pallone tra i piedi. Dalla Serie A alla Nazionale, dal passato a Totti: ha avuto una parola per tutti. A cominciare dal nostro campionato, che non lo entusiasma per niente.

«Vedendo quanti giocatori scarsi ci sono mi viene quasi il magone. Quando ho cominciato io la Fiorentina arrivava settima e aveva giocatori come Batistuta, Rui Costa, Edmundo. Oggi c’è solo la Juventus, che è una grandissima squadra ma è l’unica. Tolti Cristiano Ronaldo e Higuain trovatemi qualche campione in grado di giocare in quell’epoca là. Ne vedo pochi. E anche perla Nazionale la storia è la stessa. Io giocavo con Totti, Del Piero, Vieri e Inzaghi e a volte non chiamavano Montella, Chiesa, Di Natale e tanti altri. Oggi fai due presenze e un gol in Serie A e sei uno da Nazionale: per questo siamo scesi così in basso nel ranking. Il momento no del nostro calcio ha una sola spiegazione: non ci sono giocatori forti».

Settimana scorsa, Cassano ha incontrato Totti a Roma. Oltre a ricordare il glorioso passato i due hanno parlottato anche del presente. «In tante cose siamo simili, nel senso che sia io sia lui cerchiamo la felicità. Lui l’ha trovata con la Roma, non spostandosi da casa, e io uguale. La mia felicità in questo momento è mia moglie, i miei figli e vivere a Genova».

Sezione: Rassegna / Data: Mar 09 ottobre 2018 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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