Il primo giorno a Veronello di Gian Piero Ventura è corso via veloce. Oltre tre ore sul campo e pause ridotte al minimo anche fuori. Il tempo di pranzare per poi trasferire tutti in sala video, in mezzo a due sedute parecchio intense. La sera prima era salito in camera a mezzanotte e un quarto, non appena firmato un contratto fino al 2020 senza opzioni o risultati anche minimi da dover raggiungere. Trattativa avviata al telefono da Bari, prima di salire sul volo per Milano Linate.

MARCE ALTE
Ventura ha preteso marce subito alte, alla ricerca di quell’intensità che il Chievo non ha mai mostrato nelle prime otto di campionato. Allenamento tosto quello del mattino, senza soste neanche per prender fiato. Voce bella alta quando è servito e tono sempre deciso, messaggio subito chiaro ai giocatori. Necessario cambiar registro, senza alternativa alcuna. La mano di Ventura è stata piuttosto ferma. Più forte anche dell’incursione de «Le Iene», che gli hanno dato una magliettaaricordargli che in fondo «Le Iene portano bene» e che il Chievo ha gli stessi colori della Svezia. È andato oltre Ventura, sempre all’opera col suo vice storico Salvatore Sullo e il preparatore atletico Alessandro Innocenti, voluti al suo fianco anche stavolta. In campo fino al calar del sole, partendo dalla difesa e senza troppo spazio alla fase offensiva. Quella verrà più avanti. Meglio porre le prime basi, ipotizzare che probabilmente una linea a tre possa essere più rassicurante di quella a quattro soprattutto per chi come il Chievo ha già incassato 19 gol. Ancora a metà l’organico, senza gente di spessore fra Giaccherini, Tomovic, Djordjevic, Cacciatore ed Obi. Ha pensato intanto all’impalcatura Ventura, mostrando anche elasticità davanti pur senza troppo lavorarci troppo.

APPLAUSI
La qualità arriverà, non resta che attenderla. Ha raccolto idee e cercato sguardi fedeli al suo credo. Si è guadagnato i primi consensi da giocatori che la cultura del lavoro l’hanno sempre avuta. Ventura è già perfettamente a suo agio «in un posto che porta punti alla fine di una stagione», come disse l’ultima volta che ci mise piede quando guidava ancora la Nazionale. Un labirinto in cui si muove già con bella disinvoltura. Vicino a lui c’è il direttore sportivo Giancarlo Romairone, tira un’aria nuova e c’è sinergia fra dirigenti e collaboratori. La squadra s’è stretta in un attimo attorno al suo nuovo condottiero. Ventura ha mosso la leva dell’energia, condizione necessaria per ricominciare col piede giusto. Ha raccolto qualche applauso e incitamenti da parte dei tifosi.

Sezione: Rassegna / Data: Gio 11 ottobre 2018 alle 15:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Ilaria Lauria
vedi letture
Print