Hellas, attento agli ex. Legge spietata, quella che chi è passato da una squadra spesso applica, ritrovandola da avversario. Domenica, a Brescia, i gialloblù dovranno guardarsi dai trabocchetti tesi da Eugenio Corini. L’allenatore, subentrato a David Suazo, ha cambiato il ritmo di una formazione che è imbattuta da otto turni. Corini, regista dal piede raffinato e di gran fosforo, passò dal Verona per due stagioni, tra il 1996 e il 1998. Dopo essere stato ritenuto uno dei più grandi talenti del calcio italiano, agli esordi, con tanto di trasferimento miliardario alla Juventus, si era perso in annate poco fortunate, riallacciando il filo con le sue aspirazioni nel Piacenza autoctono di Gigi Cagni. Quando Cagni si sedette sulla panchina dell’Hellas, lo volle con sé. Entrambi bresciani, dialogo in dialetto anche (e soprattutto) durante le partite. Il Verona, però, andò a picco in serie A, retrocedendo senza attenuanti, e faticò a tal punto, in serie B, da spingere il club, appena rilevato da Giambattista Pastorello, ad esonerare Cagni. Corini, che nella sua esperienza in gialloblù fu frenato dagli infortuni, restò all’Hellas fino all’autunno del 1988. Un altro bresciano, Cesare Prandelli, di Orzinuovi, aveva preso il timone del Verona, cominciando a fare i miracoli.

Sezione: Rassegna / Data: Ven 09 novembre 2018 alle 10:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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