Aglietti, dunque: quando era un giocatore del Verona, ci pensò lui a ribaltare una partita al Bentegodi con il Foggia. Era il 26 ottobre del 1997. Oggi come allora, l’Hellas, appena retrocesso in B, era stato costruito con grandi ambizioni, e proprio Aglio aveva rappresentato uno dei maggiori colpi di mercato, in estate, messi a segno dalla proprietà del tempo, la famiglia Mazzi. E, allo stesso modo, il Verona, affidato a Gigi Cagni, faticava a decollare, con un grande equivoco tattico che coinvolse lo stesso Aglietti, schierato, lui che era una punta centrale atipica, e che necessitava di spazio, a fare l’esterno nel tridente, con Totò De Vitis in mezzo. Una forzatura che, alla lunga, affondò l’Hellas (non fu l’unica, in realtà), fino all’esonero di Cagni, avvenuto quando la promozione era già sfuggita e, anzi, i gialloblù dovevano tenersi lontani da altri guai. Con Sergio Maddè, il Verona recuperò posizioni e giunse sesto. Tant’è, a ottobre l’obiettivo non era ancora scappato, seppure fossero emersi parecchi problemi. Con il Foggia, l’Hellas doveva tornare a vincere per non perdere il contatto con i vertici della classifica. Ci riuscì, in rimonta, imponendosi per 3-2, trascinato da Aglietti, che pareggiò su rigore la rete dei rossoneri, siglata da Vukoja, per poi firmare il terzo gol, dopo il raddoppio messo a segno da Leonardo Colucci. Chianese, al 90’, chiuse il tabellino.

 

L'articolo integrale è riportato nell'edizione odierna del Corriere di Verona.

Sezione: Rassegna / Data: Ven 10 maggio 2019 alle 12:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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