Un’ora e 45 minuti, quello accumulato dai bus e dai pulmini dei tifosi veronesi. Che al «punto di controllo» predisposto dalla questura partenopea all’area di servizio San Nicola, ancora in provincia di Caserta, si sono presentati in massa alle 16,45. Vale a dire un’ora e un quarto prima che al San Paolo l’arbitro Piccinini fischiasse l’inizio della partita. Dista 20 chilometri dalle prime case della periferia partenopea, quell’area di servizio. Ed è lì che tifosi e pullman sono stati sottoposti alla «bonifica». Vale a dire quell’operazione di controllo dei mezzi, degli zaini e delle persone che serve per trovare eventuali oggetti pericolosi. Operazione che richiede i suoi tempi. Soprattutto quando a dover essere controllate sono oltre 600 persone. Gli agenti del reparto mobile e della Digos di Napoli — che li aspettavano all’autogrill già dalle 15 — il tutto lo hanno sbrigato piuttosto in fretta. Una quarantina di minuti e, verso le 17.20, i mezzi gialloblù hanno potuto riprendere la via verso il San Paolo. Che, per motivi di ordine pubblico, non è stata la più breve, vale a dire quella che attraversa il centro della città. Ma quella, più lunga ma più sicura, che prevede il passaggio sulla tangenziale. I tifosi veronesi lo stadio partenopeo lo hanno visto — dall’esterno — alle 18.15. Vale a dire a partita iniziata da un quarto d’ora. I vari passaggi di sicurezza e i controlli ai tornelli hanno fatto poi slittare l’ingresso alla fine del primo tempo. Quarantacinque minuti di calcio giocato perso che hanno dato la stura alla polemiche, con ricostruzioni diverse a seconda degli interlocutori.

L'articolo integrale è riportato nell'edizione odierna del Corriere di Verona.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 22 ottobre 2019 alle 11:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
vedi letture
Print