Fabio Grosso è il nuovo allenatore dell'Hellas Verona, «felice e orgoglioso di arrivare» con un contratto fino al 2020.

Gli ex gialloblù, però, dettano l'agenda per il mister. «Deve riuscire a riavvicinare i tifosi. Purtroppo l’ambiente del Verona si è demoralizzato e disunito nella passata stagione ed è fondamentale che si ricompatti, perché la forza dell’Hellas è sempre arrivata dalla passione del pubblico. Sono convinto che Grosso, uno che ha sostenuto grandi pressioni e le ha sapute gestire, sia l’uomo giusto per portare a termine questa missione. Come allenatore è da valutare: con il Bari ha debuttato tra i professionisti. Come sempre, tuttavia, le fortune di un tecnico le fa la rosa dei giocatori che ha a disposizione, sia sul piano della qualità che dei valori morali» afferma Domenico Volpati.

«Di sicuro Grosso saprà reggere la tensione di una piazza molto esigente come quella di Verona, arrabbiata per l’esito dell’ultimo campionato. Da giocatore ha realizzato il rigore decisivo per la vittoria del Mondiale del 2006, certamente non avrà problema a calarsi in una realtà delusa che chiede, giustamente, di assistere a una svolta. La prova di Bari gli ha permesso di crescere molto. Si è trovato in un contesto ambizioso, si è avvicinato al traguardo della promozione in A ma è mancato qualcosa per restare in corsa fino alla fine. Col Verona Grosso dovrà fare un salto di qualità. Se gli sarà consegnato un organico di valore sono certo che riuscirà a dare molto all’Hellas. Poi, com’è ovvio, i giudizi del campo non sono prevedibili» continua Mauro Gibellini.

«Grosso al Verona? Scelta giusta, per tutta una serie di motivi. Mi piace il fatto che si sia puntato su un allenatore giovane, un emergente che, attenzione, non è inesperto, sebbene il suo curriculum non sia copioso. Ha guidato la Primavera della Juventus, è stato a Bari: non è poco, anzi. Inoltre Grosso è stato un grande giocatore e sa benissimo di che cosa ci sia bisogno all’Hellas. Va ricostruito il rapporto con una tifoseria, apparso frantumato negli ultimi tempi. Grosso ha credibilità. «Poi c’è l’aspetto del gioco: il suo Bari ha sempre espresso, sia pure tra alti e bassi, un buon calcio. Avrebbe meritato di ottenere un risultato migliore, ma non ha avuto fortuna e la vicenda del meno 2 in classifica per inadempienze societarie ha condizionato la squadra. Grosso, però, ha tirato fuori il massimo dagli uomini che ha diretto. A Verona gli si chiede di fare meglio» prosegue Beniamino Vignola.

«E adesso anche la permanenza all’Hellas, anche se con ruoli diversi. Di sicuro il Grosso calciatore è entrato nella storia del pallone, a livello italiano e mondiale. Un bel biglietto da visita per chi si presenta a Verona con l’incombenza di rilanciare una squadra che è uscita a pezzi dalla scorsa stagione. La scuola in cui ha “studiato” Grosso è tra le migliori in ambito internazionale. Dico della Juve: con la Primavera dei bianconeri si è formato, mentre al Bari affrontato una prova di maturità e ritengo che l’abbia superata. A giugno tutto quanto si dice può essere smentito dai fatti, ma voglio essere fiducioso» conclude Gigi De Agostini.

Sezione: Rassegna / Data: Ven 22 giugno 2018 alle 13:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Camilla Dalloco
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