Con il Palermo le indicazioni arrivate dal campo hanno confermato che il diretto interessato offra maggiori garanzie in quella zona, piuttosto che in difesa. D’altro canto proprio lì ha sempre giocato, fino alla «conversione» di un paio d’anni fa, anticipata alla Juve con Antonio Conte, nell’emergenza di avere un cambio per Leonardo Bonucci, con l’abbassamento di alcuni metri, fino a scendere sulla linea difensiva. Ma il Marrone migliore, uscito dalle giovanili bianconere come talento futuribile, poi passato per molti prestiti (e il legame con la Juventus c’è sempre, visto che proprio con la formula del prestito oneroso con obbligo di riscatto l’ha messo sotto contratto, in estate, l’Hellas), è sempre stato quello utilizzato nella naturale dimensione del centrocampista. Una qualità che già aveva espresso nel suo precedente transito a Verona, nel 2016. La squadra era ormai destinata alla retrocessione in B, dopo un girone d’andata in stile film horror, con8punti raccolti in 19 giornate senza vittorie. L’innesto invernale di Marrone aiutò quell’Hellas, in cui Gigi Delneri aveva sostituito l’esonerato Andrea Mandorlini, ad accendere un’esigua speranza di recupero, poi presto franata. In alcune gare, come nel 3-3 con l’Inter o nel derby vinto 3-1 con il Chievo, Marrone spiccò per una grande lucidità e il senso geometrico in campo. E rispettoaColombatto può senza dubbio offrire maggiore sostanza sul piano fisico. Nel Verona in tempesta e con i tifosi in fibrillazione, la calma di un veterano riportato nel suo habitat tattico più usuale può essere una bussola determinante per uscire dalla bufera.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 27 novembre 2018 alle 13:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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