Il lavoro iniziato da Bucchi con Di Carmine, poi passato per un’esperienza poco felice, conclusa con l’esonero, a Sassuolo, l’ha completato, l’anno scorso, Roberto Breda. La svolta, però, l’ha data l’attuale allenatore del Benevento. Di Carmine, da buon fiorentino, al Vigorito ci terrà a replicare la storia per cui l’allievo, presto o tardi, supera il maestro. Un po’ come accadde a Giotto e Cimabue, volendo. Ne ha un gran bisogno l’Hellas, che ha rallentato la produzione offensiva, senza peraltro porre rimedio al guaio delle continue reti al passivo. Tanto più che Di Carmine, al Benevento, ha già segnato due volte in carriera. La prima, in realtà, è associata al ricordo di una sconfitta, nel 2015, in serie C. Giocava nella Juve Stabia e aprì il tabellino nel derby campano, a Castellammare, servito da un assist, guarda il caso, di un ex del Verona, Matthias Lepiller. Il Benevento, poi, ribaltò il conto e la partita si chiuse sul 2-1. Nel 2017, invece, fu Di Carmine a gioire: suo, infatti, fu uno dei timbri nel 3-1 con cui il Perugia sconfisse la squadra giallorossa, in lotta per la promozione in A, in seguito colta ai playoff. Sulla panchina umbra c’era un certo signor Bucchi, uno che ha messo insieme 110 gol tra i professionisti. E che, domenica, dovrà stare attento: il suo vecchio allievo, per l’occasione, pensa a una burla al maestro. Una burla che, per l’Hellas, potrebbe essere in questo momento quella capace di strappare un sorriso.

Sezione: Rassegna / Data: Mer 05 dicembre 2018 alle 11:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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