«Perlui quel che è accaduto con il Foggia deve essere un nuovo inizio», il commento del tecnico, che «massaggia» la mente di Di Carmine, facendo leva sulla sua, di esperienza a Verona da attaccante acclamato e, per un anno, incompreso e incomprensibile, prima di trasformarsi in pupillo del pubblico (nonché capitano del bellissimo Hellas che andò in A a passo di carica con Cesare Prandelli in panchina). Le vicende di Aglietti e Di Carmine non sono da sovrapporre, ma una lettura comune è legittima. Tutti e due si sono adattati a richieste tattiche che non quagliavano con le loro caratteristiche — l’Aglietti diretto da Gigi Cagni doveva fare l’esterno nel tridente, Di Carmine con Fabio Grosso non è mai decollato —, immalinconendosi alquanto con i risultati che non venivano. C’è sempre un’altra opportunità. Aglietti la sfruttò a meraviglia, per Di Carmine si vedrà.

 

L'articolo integrale è riportato nell'edizione odierna del Corriere di Verona.

Sezione: Rassegna / Data: Gio 16 maggio 2019 alle 14:30 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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