Il labiale dice I love you, amore mio, e mentre corre pazzo e felice fa un po’ di malinconia pensare che un domani, chissà, Simone Verdi non andrà su e giù per il Dall’Ara dedicando i suoi gol a Laura, la fidanzata, come ai tifosi rossoblù. Ma questo - scrive l'edizione bolognese del Corriere dello Sport - il prossimo disco dell’estate.

Ieri contava battere il Verona e il Bologna lo ha fatto. Aggrappandosi coi denti al gol di Verdi fino al quarto minuto di recupero, lasciandosi andare al raddoppio di Nagy a tempo ultrascaduto.

È 2-0: Bologna (virtualmente) salvo, Verona nei guai. Ma gli ultimi minuti di partita sono stati più cruenti di un’agonia, con i gialloblù che attaccavano e spingevano, il Dall’Ara che non cantava più, e gli spettri di un finale già visto a fare capolino sopra la testa di Donadoni e quella di Joey Saputo, sceso giù nel tunnel a seguire l’ultimo quarto d’ora.

Sarà lui, dopo il fischio finale, ad abbracciare i suoi giocatori uno per uno, un po’ papà e un po’ tifoso, più che un presidente.

 

A TUTTA. Sarà che spronati dai messaggi subliminali (la curva lo dice con uno striscione: «2000 chilometri di passione, voi di vergogna» per non dimenticare la figuraccia di Crotone) i ragazzi di Donadoni partono a tutta e rullano. Paure, ritiri punitivi, avversari.

La convinzione è sufficiente e tenere il Verona a bada, ma di azioni vere e proprie se ne vedono poche. Verdi e Palacio girano attorno a Destro provando a creare buchi nella difesa avversaria, ma ne viene fuori solo un taglio di Masina dalla parte di Ferrari e uno scambio Palacio-Dzemaili con Nicolas che alza in angolo (14’) la botta dello svizzero.

Il 4-4-2 del Verona è comunque compatto. Però Cerci fa confusione e le punzecchiature di Aarons mai abbastanza velenose.

Così è intorno alla mezz'ora che arriva l’episodio chiave: Fares (generoso) va a cercare palloni ai limiti della sua area, fallo ingenuo su Verdi che ha il piede caldo; Nicolas si aspetta una traiettoria sul palo lungo, Verdi la calcia sull’altro e tanto basta a scatenare la corsa di Simone sotto la tribuna. Ottavo gol per Simone, il terzo su punizione (come Dybala della Juventus).

 

REAZIONE. Il primo a rispondere è Cerci (33’, tiro sull’esterno della rete), ma il Bologna tiene. L’occasione più nitida l’ha invece Romulo dopo una manciata di minuti della ripresa: pasticcio dalla difesa rossoblù e tiro altissimo a tu per tu con Mirante (7’).

Donadoni comincia a fiutare l’aria, il temporale è dietro l’angolo. Infatti Pulgar rischia di beccarsi un secondo giallo, inducendo in fretta Donadoni a non commettere vecchi errori: cambio, denro Crisetig per il cileno.

L’inerzia cambia. Il Verona si carica, aumenta il pressing, raddoppia le verticalizzazioni. Al 36’ è però Dzemaili ad avere la palla del bis: Nicolas è ancora super. Sembra finita, invece no. Pecchia mescola i suoi cambi, toglie Cerci e Romulo, mette Petkovic (l’ex) e soprattutto dà spazio a Lee. È il coreano a creare scompiglio con la sua rapidità e con un tiro (al 43’ st è il primo tiro nello specchio da parte del Verona) che Mirante respinge.

Donadoni è una furia, il Dall’Ara trattiene il fiato. Da carnefice il Bologna rischia di farsi vittima, la tensione sale.

Destro trova un guizzo, un tiro che Nicolas respinge sui piedi di Nagy. Non sembra vero, infatti è gol.

Sezione: Rassegna / Data: Lun 16 aprile 2018 alle 15:00
Autore: Giorgia Segala
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