Ancora una volta un nulla di fatto. La serie A, infatti, non è riuscita né a completare la governance e nemmeno a prendere una decisione definitiva su Mediapro. Su questo secondo tema ci riproverà stamattina (ore 8.15), con una nuova votazione rispetto alla risoluzione del contratto, sulla base di un parere legale richiesto al professor Toffoletto. In gioco, peraltro, ci sarebbe anche una causa della stessa Mediapro se effettivamente la Lega decidesse di far saltare tutto, tornando a rivolgersi direttamente agli operatori tv. Insomma, nonostante l’appello di Malagò («O si dà fiducia agli spagnoli, oppure si risolve il contratto. Io non vedo altre soluzioni») non ci sono certezze nemmeno sulla votazione di oggi.

AD INTERIM. Come premesso, le speranze del numero uno del Coni, però, sono state disattese anche sulla governance. Non avendo possibilità di trovare un’intesa tra Perrelli e Dal Pino, per la carica di amministratore delegato si è provveduto ad eleggere ad interim Brunelli, attuale dg di via Rosellini. Scelto anche Casasco, come consulente indipendente. Ma l’obiettivo era chiaramente quello di coprire anche le caselle dei consiglieri di Lega e federali. E i club hanno promesso che sarebbe stato raggiunto, anche con l’intermezzo dei diritti tv. Alla riprova dei fatti, però, non c’è stato verso di eleggere nessuno. Romei, Marotta e Lotito si sono divisi i voti per i 2 posti da consiglieri federali. E lo stesso è accaduto per i 4 consiglieri di Lega. Inevitabile rinviare di nuovo tutto ad una nuova Assemblea ancora da convocare. «Sono qui per spirito di esercizio. Avrei dovuto occuparmi di statuto e governance e qualche passo è stato fatto, ma per i diritti tv non avrebbero dovuto esserci problemi…», è stata l’amara considerazione di Malagò, che in queste settimane, suo malgrado, ha visto scadere tutte le sue scadenze.

VOTAZIONI IN CONTRASTO. Peraltro, la questione dei diritti tv avrebbe dovuto essere affrontata per prima, seguendo l’ordine del giorno originale. E’ slittata, invece, dopo la governance, con il sospetto che, dietro la scelta, ci fosse l’intento di lasciare volutamente in “anticamera” Roures, arrivato in via Rosellini puntuale alle 16. Già perché il clima nei confronti degli spagnoli era già teso ancora prima di cominciare. Ad ogni modo, il discorso del fondatore di Mediapro ha convinto ben pochi club. Vano anche il tentativo, accompagnato da una battuta, di spingere ancora sul canale, ma la bocciatura preventiva è arrivata direttamente da Malagò e Miccichè. Quest’ultimo ha preso la parola subito dopo per sottolineare l’inadempienza degli spagnoli, che, invece di presentare le fideiussioni ripetutamente promesse, avrebbero portato solo garanzie non ritenute adeguate. E allo stesso modo si è espressa l’Assemblea che, con 14 voti, ha giudicato insufficiente la documentazione fornita da Mediapro. Anche se non sono mancati gli scontri infuocati: alcuni hanno accusato l’agenzia catalana di inadempienza, altri minacciato azioni di responsabilità verso i vertici della Lega. Quando, però, si è trattato di decidere sulla risoluzione del contratto con l’agenzia spagnola, i voti a favore sono stati soltanto 11, mentre ne servivano 12 per avere la maggioranza. Solo il Chievo, però, ha votato no, mentre Udinese, Cagliari e Torino si sono astenuti e Milan e Lazio hanno lasciato la sala per non votare. «Due delibere palesemente in contrasto fra loro», ha commentato Malagò, censurando il comportamento di Lotito e Fassone: «E’ stato irrispettoso nei confronti dell’Assemblea e del commissario».

Sezione: Rassegna / Data: Mer 23 maggio 2018 alle 12:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Camilla Dalloco
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