A vederlo da vicino è impressionante. Per i tifosi gialloblù già con qualche capello grigio in testa ricorda Wladyslaw Zmuda che a Verona, purtroppo ebbe poca fortunata per via di un infortunio ad un ginocchio. Del campione polacco, icona del campionato del mondo (ne ha disputati ben quattro ed inserito nelle leggende del torneo) lui però non ha certo il pedigree, ma ha la stessa aria del combattente. «Sono un giocatore esperto», racconta, «mi hanno preso anche per questo. Qui a Verona sto molto bene e spero di aiutare la squadra a salvarsi. E poi c'è il Mondiale con la Serbia».

L'ATTESA
Vukovic è in attesa della chiamata del ct Mladen Krstajic per partecipare alla fase finale di Russia 2018. «Sono arrivato all'Hellas anche per quello. Qui mi ha voluto la dirigenza e l'allenatore», racconta, «qui posso giocare e dimostrare il mio valore in un campionato forte come quello italiano. Per ora sono stato convocato per tutte le gare delle qualificazioni quindi è ovvio che ci conto molto».

GIRONE DI FERRO
La Serbia di “Vuko” è stata inserita nel girone E, un gruppo di ferro, con Brasile, Svizzera e Costa Rica. «Ho già avuto modo di incontrare dei giocatori che troverò in Russia qui in Italia. Sono giocatori con grande individualità come Douglas Costa, Alex Sandro, Miranda nel Brasile oppure Lichtsteiner e Rodriguez nella Svizzera. Questo per me è un vantaggio perchè ho avuto modo di conoscerli. Le mie favorite per la vittoria finale? L'Argentina e la Germania. I sudamericani hanno ottime individualità e secondo me è la squadra più forte, mentre i tedeschi non mollano mai ed hanno esperienza. Arriveranno fino in fondo. Noi serbi proveremo ad essere la sorpresa del mondiale».

MATIC, RECOBA E VIERI
 Jagos Vukovic sorride e racconta che da ragazzino i gol lui li faceva e tanti. «Ero come si dice anche qui? Un bomber», prosegue, «si giocavo attaccante nel mio Paese e seguivo le gare dell'Inter perchè c'erano Recoba e Vieri. Per me loro due erano una coppia perfetta. Io ovviamente, visto il fisico, mi immedesimavo in Vieri». Lo stopper del Verona è di una simpatia unica. «Il giocatore serbo più forte a parte me?», ride ancora, «Matic, quello là che gioca su in Inghilterra, è il più forte». A Verona molti anni fa passò un certo Dragan Stojkovic che fu la stella di una delle ultime Jugoslavia della storia. Proprio a Italia '90 nel Mondiale nell'ottavo di finale con la Spagna disputato al Bentegodi incantò il mondo. «Non ditemi queste cose», si fa serio Vukotic, «Stojkovic era presidente della Stella Rossa quando ho firmato il contratto con loro. Mi tremavano le gambe. Lui è un mito del mio Paese. Mi ricordo poco ma ho visto i filmati e tutti rispettano Dragan. Un campione, qui all'Hellas non ebbe fortuna».

PERICOLO ICARDI
Jagos Vukovic non veda l'ora che il campionato ricominci. «Dobbiamo cancellare il ko con l'Atalanta», dice il centrale gialloblù, «l'Inter è fortissima ma noi dobbiamo provarci. Io dico che i nostri tifosi non sono secondi a nessuno, quando li sento dal campo. Ed allora perchè noi giocatori non dovremmo essere come loro? Dobbiamo provarci sempre, poi si sa l'Inter è una delle squadre più forti d'Europa. Icardi? Lo affronterò senza paura. Ma è tutto il Verona che giocherà a San Siro senza avere nessuna paura».

L'HELLAS CE LA FARÀ
Vukovic non ha dubbi. A fine stagione giungerà la salvezza. «Ne sono sicuro», va avanti il difensore serbo ormai una garanzia nel reparto arretrato scaligero, «giochiamo un calcio aggressivo e stiamo bene fisicamente. In Italia ci sono tanti campionati in uno solo. C'è molta differenza fra le squadra che spendono tanto e quelle che devono lottare per salvarsi. Il Verona fa parte di queste e da Benevento in poi sarà tutta una sfida salvezza per noi. Ce la faremo. Il gruppo è sano ed i ragazzi sono forti».

PUNTO DI RIFERIMENTO
«In Verona you scored a gol immediately. You are important to this team...». È un peccato che l'inglese non sia una lingua “visiva” come la nostra, perchè sarebbe stato bello interpretare il viso di Jagos. «Veramente pensate questo?», ci racconta, «faccio il mio lavoro e mi fa piacere che i ragazzi, soprattutto in difesa, mi vedano così. Ripeto, penso solo all'Hellas e poi al Mondiale con la Serbia. Ho fatto gol a Firenze è vero ma in realtà sono più contento per l'assist a Vanoli contro il Torino. Siamo un gruppo unito. E alla fine ci salveremo».

Sezione: Rassegna / Data: Sab 24 marzo 2018 alle 10:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Ilaria Lauria
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