Perdere si può, ovviamente. Prendere cinque gol in casa, però, suona male. «Sono veramente dispiaciuto», abbassa la testa in zona mista Bruno Petkovic. «Mi dispiace per noi e per i tifosi che ci hanno sostenuto, nonostante tutto. Comunque, l’Atalanta era superiore. Non possiamo negarlo». C’è tutta la partita dell’Hellas nella risposta dell’attaccante croato. «Dea» di altro livello rispetto ad un Verona che sperava di prolungare la striscia di risultati utili consecutivi al Bentegodi. «Forse, ci serviva un bel bagno di umiltà perché ci sentivamo troppo sicuri dopo due successi in fila», prova a spiegare Petkovic. «Dobbiamo ancora lavorare su tante cose, anche sull’approccio alle partite perché non è la prima volta che prendiamo gol subito». Già, vecchi vizi che si ripetono e diventano quasi cronici. «Fosse entrato quel pallone di Matos …», ripensa Bruno. «Però non possiamo dare la colpa alla sfortuna. Prendiamoci le nostre responsabilità. Loro hanno giocato meglio di noi e, i primi due gol che abbiamo subito, si potevano evitare». Risultato a parte, molti si aspettavano un Verona diverso. Una squadra grintosa e determinata, come nel derby. Non certo una formazione un po’ intimorita ed eccessivamente riverente. «È passata appena una settimana e sembra che siamo qui a parlare di due cose diverse», sbuffa l’attaccante. «Non è scesa in campo la stessa squadra. Non posso dire che non ci sia stato impegno, abbiamo corso. Forse, non siamo stati tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Troppi errori individuali, miei in primis». Insomma, il Verona è «cosa» fragile. Da proteggere e sorreggere come si fa con i bambini che iniziano a camminare, fanno qualche passo e poi cadono. «Andare in svantaggio ci ha condizionato», conferma il croato. «Una situazione alla quale non abbiamo saputo reagire nel modo giusto. Ci dispiace tanto». Serie A in pausa, poi l’Inter ed un mese di aprile che sarà decisivo una volta per tutte. «La sosta serve soprattutto per lavorare ancor di più», assicura Petkovic. «Se arriva nel momento giusto? Non lo so, di sicuro ci permetterà di ritrovare qualche giocatore importante come Alessio Cerci. Sta facendo il massimo per tornare a darci una mano. Con lui, e forse Kean, avrò anche più compagnia in attacco». Classifica «congelata» e calendario alla portata autorizzano a sperare . «Ma se fai prestazioni da dimenticare è inutile guardare gli altri campi», chiude perentorio Bruno. 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 19 marzo 2018 alle 10:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Enrico Lamonea
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